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Napoli – La Città Metropolitana di Napoli alza bandiera bianca e apre le porte del trasporto pubblico locale a società esterne. Tregua già finita, dunque, dopo l’iniezione di liquidità che l’inverno scorso sembrava aver rimesso parzialmente in sesto la partecipata Ctp. Ad accendere l’ennesimo campanello d’allarme è la determina appena firmata dal direttore generale Giuseppe Cozzolino.
Nel documento inviato all’amministratore unico di Ctp Gianluca Iazeolla e al sindaco metropolitano Luigi de Magistris si legge a chiare lettere «che il piano di efficientamento, dopo un iniziale trend positivo, non è più in linea con gli obiettivi prefissati al 31 marzo, con la conseguenza che i servizi di trasporto pubblico locale esercitati da Ctp sul territorio risultano essere a livelli sensibilmente più bassi rispetto a quanto programmato». Un quadro dalla tinte quantomai fosche, a fronte del quale l’ex Provincia ritiene essenziale precedere «senza indugio a sottoscrivere accordi di rete con le aziende già operati sul territorio e titolari di contratto di servizio al fine di conseguire l’integrazione dei servizi attualmente non svolti da Ctp e realizzare quindi in breve tempo tutta la produzione chilometrica prevista dal piano di esercizio 2019». Notizie non positive anche per i lavoratori dell’indotto Namet, per i quali la Città Metropolitana chiede di «assicurare il distacco temporaneo consentendo così in poche settimane di fornire un’immediata risposta al deficit operativo di Ctp e allo stesso tempo incrementare le entrate necessarie a giustificare e coprire l’iniziale investimento in risorse umane». Intanto anche oggi decine di bus sono rimasti fermi nel deposito di Arzano.