Napoli – Prove tecniche di intesa tra Palazzo San Giacomo e le parti sociali per scongiurare il crac della partecipata Anm, l’azienda di trasporto pubblico napoletano oggi più che mai attanagliata da una crisi senza precedenti. Stamattina al Comune sono stati illustrati i pilastri del piano concordatario alle organizzazioni sindacali. Ad aprire i lavori ci ha pensato l’avvocato Francesco Marotta della Ernst & Young, consulente responsabile per la redazione del piano, il quale ha espresso positività e ottimismo rispetto al lavoro svolto e all’obiettivo di mettere in equilibrio l’azienda.
Entrando invece nel merito delle misure organizzative, l’amministratore unico dell’Anm Nicola Pascale ha esposto le principali azioni che la società di via Marino si appresta a mettere in campo: riorganizzazione dell’organigramma e cambio del management; riorganizzazione del personale; abbattimento dei superminimi dei funzionari; armonizzazione normativa ed economica dei settori aziendali; ottimizzazione dei ricavi grazie alla lotta all’evasione e al controllo della sosta, anche attraverso la digitalizzazione dei processi interni; estensione della rete filoviaria fino ai Colli Aminei. «Le parole d’ordine dell’amministrazione comunale sono state “no ai licenziamenti e mantenimento in house del servizio ferro e gomma. Riteniamo – afferma Adolfo Vallini dell’Usb – che il salvataggio dell’azienda rappresenti anche il salvataggio delle persone che vi lavorano all’interno. Si preannuncia un percorso per nulla facile, in cui dovranno essere messi al centro i diritti dei lavoratori ed i bisogni di mobilità dei cittadini. Chi ha portato l’Anm in questa condizione, deve pagare, basta con il solito libro delle favole. Noi non faremo sconti!». Il piano, per legge, non può essere al momento reso pubblico. Sulle linee guida verranno convocate volta per volta le parti sociali per essere informate. I tempi di risposta del Tribunale non saranno brevissimi, si prospettano mesi di attesa e solo nel caso in cui arrivi il parere positivo saranno coinvolti anche i creditori. Nei giorni scorsi, vale la pena ricordarlo, l’Usb aveva paventato il rischio che di oltre 320 esuberi da individuare all’interno dell’attuale pianta organica dell’Anm.