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Cose di destra. Con Maresca sta finendo a maleparole. Ecco chi può sostituirlo

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Napoli – “Ce ne fottiamo dei simboli”. “Napoli non si amministra, si ama”. Sono le due frasi del primo comizio di Catello Maresca che rischiano di segnare già uno spartiacque decisivo per l’avventura politica dell’ex pm della Dda

Maresca le ha pronunciate a Ponticelli, davanti ai suoi fan. Ma subito sono arrivate all’orecchio di Fulvio Martusciello, il coordinatore cittadino di Forza Italia. Il quale non ci ha pensato due volte e ha replicato così: “Sto consultando il vocabolario su cosa significhi il verbo ‘fottere’. In vita mia non l’ho mai usato. E, come me, il 90% dei napoletani”.

E quindi: l’appello di Maresca a “mettere da parte vessilli e ragioni di stato” e di “dialogare sui contenuti” è rispedito al mittente se poi, a queste parole, si fa seguire: “La gente ha bisogno di questo: ce ne fottiamo dei simboli, noi vogliamo ragionare di progetti e programmi”.

“Il nostro è un metodo – ha spiegato il magistrato in aspettativa che, però, già un anno fa fu spinto nell’agone politico da Mara Carfagna – non un movimento. Civico perché la storia di un uomo e di una donna non possono essere dimenticati né calpestati. Io sono un civico. La mia storia è di impegno sociale e non ho nessuna intenzione né voglia di rinnegare la mia storia. Sono e resterò sempre un civico, indipendentemente dall’invito che faccio a tutti i soggetti che vorranno accompagnarci”.

“La nostra porta è aperta. Ma Napoli si ama, non si amministra. Confrontiamoci sui programmi. Lo chiedo a tutti, anche ai giornalisti”.

Anche per gli operatori della comunicazione, quindi, c’è un invito a mettersi sulla ‘buona strada’: “Basta con i sondaggi condominiali. Non si possono raccontare sciocchezze con un sondaggio dove il 30-40% di chi risponde dice che non ha opinioni”. Manco a dirlo, tutti i sondaggi finora pubblicati danno Maresca dietro di vari punti al suo più diretto competitor, Gaetano Manfredi.

E il fatto, in ogni caso, è che ora, dopo le invettive del suo primo comizio, Maresca perda anche l’asse politico su cui stava costruendo la sua scalata a Palazzo San Giacomo. 

Come se il centrodestra già da giorni non fosse in forte fibrillazione. Fratelli d’Italia, ieri, ha annunciato di salutare la compagnia rilanciando Sergio Rastrelli candidato sindaco e Giorgia Meloni capolista.

Ma la vera novità è un’altra: se Maresca non vuole il centrodestra, anche il centrodestra comincia a pensarsi senza Maresca. Tant’è che già valuta di correre con un altro candidato che potrebbe risultare unitario. Il nome è già stato fatto: è quello di Raffaele Calabrò, rettore del campus bio-medico di Roma, professore universitario di cardiologia. In effetti, servono cuori forti. 

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