Napoli – Tra l’incudine e il martello. Palazzo San Giacomo prova a superare lo scontro tra residenti e baretti presentando il nuovo regolamento per la concessione di suolo pubblico ai privati ma nell’aula di via Verdi è subito impasse. Il tavolo del presidente del Consiglio, Sandro Fucito, è stato infatti subissato da una vera e propria raffica di emendamenti alla proposta. Per questo motivo l’Assise ha deciso di sospendere i lavori affinché le forze politiche possano lavorare per trovare un accordo che riduca il numero di emendamenti – oltre 70 – presentati alla delibera sul regolamento Cosap. Prima della proposta di sospensione avanzata dal consigliere di Fdi, Andrea Santoro, l’assessore al Bilancio Enrico Panini aveva illustrato il testo sottolineando che il regolamento proposto dall’Amministrazione «è orientato al forte rafforzamento dei principi di concessione del suolo pubblico, con il bene comune rappresentato dal suolo pubblico».
Questi i principi indicati dall’esponente della giunta de Magistris: il rispetto della mobilità delle persone, con particolare riguardo a quella dei disabili, degli anziani e delle persone con prole; il rispetto del Codice della strada e delle norme in materia di lavoro, quali l’applicazione dei contratti e la tutela della sicurezza; la pulizia e il decoro dell’area occupata e dell’area circostante l’occupazione con esplicito riferimento alla relativa manutenzione quotidiana. Il regolamento fissa inoltre condizioni che fanno decadere la concessione: inosservanza delle norme e degli obblighi di natura retributiva, contributiva e di sicurezza in materia di lavoro per cui è in via di definizione un protocollo con l’Ispettorato del lavoro; prescrizioni in materia di arredo che verranno congiuntamente definite da un protocollo fra Comune di Napoli, Camera di Commercio, Sovrintendenza alle Belle Arti ed Università Federico II. Di fronte a casi di occupazione abusiva di suolo a fini commerciali, il regolamento prevede che alla seconda infrazione il Servizio comunale competente ordini la chiusura dell’esercizio «fino al pieno adempimento dell’ordine e all’avvenuto pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia, e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni». La delibera fissa inoltre un aumento della tariffa per occupazioni permanenti e forfettarie del 20 per cento in virtù del quale si prevede un incremento dell’introito pari a 750mila euro.
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