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Cosa fare per vincere le elezioni: la ricetta dell’ex che tutti (tranne la Clemente) vorrebbero con sè

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Raffaele Ambrosino, consigliere di circoscrizione a Secondigliano dal 1997 al 2001, consigliere comunale all’epoca della Iervolino con Forza Italia e il Pdl, ora commentatore nelle pagine napoletane de Il Riformista. E’ da 10 anni alla finestra.

“Ma non come quelli che aspettano solo l’opportunità giusta per ricandidarsi, eh”.

Si affaccia e cosa vede?

“Una città alla rovina. Fui facile profeta nel 2011, quando vinse per la prima volta De Magistris”.

A dire cosa?

“Che sarebbe stato un disastro. Il fatto divertente è che chi allora mi diceva che esageravo, ora è ancora più oltranzista di me verso la pseudo rivoluzione arancione”.

Su Facebook ha appena creato un gruppo che mette in guardia i calabresi.

“De Magistris, dopo il fallimento napoletano, si candida lì per diventare consigliere regionale. I calabresi devono sapere come sono andate le cose con lui”.

Come sono andate?

“Talmente male che i suoi stessi fedelissimi lo hanno abbandonato al suo destino. Come lui ha fatto con la “sua” candidata sindaca Alessandra Clemente”.

I protagonisti del decennio demagistriano si stanno riciclando a destra e a sinistra.

“Manfredi ne è pieno. Incredibile l’errore di Maresca nell’emularlo: ma chi lo consiglia?”

Michele Riggi ha difeso pubblicamente e a spada tratta l’ex assessora Daniela Villani ora candidata nella lista ‘Maresca sindaco’.

“Mi meraviglia: è un’operazione palesemente dannosa”.

Palesemente.

“Maresca aveva un argomento non da poco da utilizzare contro Manfredi: ‘Predica la discontinuità ma intanto imbarca i reduci di una esperienza fallimentare’. Ora, anche se ne imbarca uno, vale il principio e non può più utilizzarlo”.

Daniela Villani e Ciro Langella, i due nuovi “acquisti”.

“A proposito di Langella: prima con Bassolino, poi con Lettieri, poi con De Magistris. Dicono che rappresenti i tassisti napoletani. Ma da quando non prendono un taxi i consiglieri di Maresca? Sanno ora cosa dicono di lui i suoi colleghi?”

Poche storie: bisogna fare le liste.

“Per farle dignitosamente ci vorrebbero le strutture di partito”.

E dove stanno?

“Beh, di strutture se ne possono ancora rintracciare tre: quella del Pd, quella di Fratelli d’Italia e quella del partito di De Luca”.

Il Governatore.

“Anche lui può permettersi di chiamare un militante e chiedergli di candidarsi”.

Quest’ultimo gli dirà: obbedisco.

“Accetterà e farà la campagna elettorale senza calcoli personalistici, ma per dare un contributo alla causa senza un immediato ritorno”.

Salvo poi…

“Non essere dimenticato: quanti deluchiani non eletti sono stati richiamati in un modo o nell’altro?”

Sta di fatto che su Il Riformista ha invocato una riforma della legge elettorale per contrastare il mercato delle vacche.

“Con 167 firme anche io e lei possiamo presentare la nostra bella lista alle elezioni di Napoli. Le sembra normale?”

Magari si è eletti.

“Se si indovina la coalizione vincente, non c’è nemmeno uno sbarramento adeguato”.

No limits.

“All’interno delle coalizioni non c’è soglia minima per accedere alla ripartizione dei seggi. Significa che con 6/7 mila voti dell’intera lista si può conquistare un seggio. Per questo ognuno si fa la sua”.

E per le Municipalità…

“…non ne parliamo: ma che logica è avere 40 consiglieri comunali e 30 consiglieri per ogni Municipalità?”

Idea diffusa che vanno riformate.

“Ho i miei dubbi che lo si faccia davvero. Fondamentalmente, sono diventate delle macchine per la campagna elettorale che servono ai partiti. Ai candidati, come in questo periodo, si mette il santino in mano e gli si dà la pacca sulla spalla…”

Come sarebbe meglio?

“Che dieci consiglieri comunali di maggioranza avessero la delega ognuno per una Municipalità, come accade nei grandi comuni francesi”.

Magari anche Maresca è d’accordo.

“Maresca deve cambiare passo. Ha la potenziale autorevolezza per ergersi a garante, oltre che del suo progetto, anche di tutti i suoi alleati”.

Lei sogna una conferenza stampa con lui, Tajani, Salvini e la Meloni.

“Finora, invece, balbetta. Ma è ancora in tempo a farla. Così eliminerebbe anche lo spauracchio della Lega”.

Vade retro.

“Invece dovrebbe avere il coraggio di organizzare un evento con Zaia, Fontana e gli altri bravi amministratori della Lega”.

I mitici sindaci della Lega.

“Quelli che amministrano bene con il plauso dei cittadini. E tanto consenso”.

A proposito di consenso. Enzo Rivellini crede di aver trovato la strada più facile per agguantarlo: una finta di (Hugo) Maradona, a prescindere.

“A Enzo voglio bene: ha verve e inventiva. Ma questa cosa di Hugo Maradona non gli è riuscita: l’elettore non è stupido”.

Lo stesso elettore premierà l’operazione di Stani Lanzotti, la lista degli ex Forza Italia che ora stanno nel centrosinistra?

“Con Stani mi confronto spesso. E devo dire che è stato bistrattato da Forza Italia per anni. Doveva essere premiato dal partito per il suo impegno costante e per il suo contributo. Ha ben rappresentato anche i giovani del partito a Napoli. E invece…”

Invece ora sta dall’altra parte.

“Ma Forza Italia è nata come un partito di centro, moderato, liberale. E ora sono tanti i berlusconiani della prima ora, quelli che si riconoscevano in quel progetto, che guardano a Renzi e alla costruzione di una nuova area liberale e moderata di centro”.

Napoli Viva.

“Renzi è uno che fa politica: spodestando Conte con Draghi, ha salvato l’Italia. La sinistra non glielo riconosce. Io sì”.

Si candida nella lista di Lanzotti e dei renziani, dica la verità.

“Allora le dico che ho ricevuto 9 proposte di candidature, ma – come si dice? – rimango umile. Scherzi a parte: ringrazio e comunque resto onorato da tanta attenzione. Anche se, in questo periodo, tutti sono a caccia di candidati: ne servono migliaia”.

Nove proposte.

“Da tutti gli schieramenti. Tranne, ovviamente, da quello di Alessandra Clemente”.

Abbiamo capito che con lei c’è proprio una incompatibilità di fondo.

“L’esperienza di De Magistris parte da una grande bugia: aver risolto l’emergenza rifiuti”.

Eppure se ne vanta continuamente il sindaco uscente.

“Allora io scommetto 10 mila euro: se riesce a confutare quanto di seguito sostengo”.

Diecimila, prego.

“Non fu grazie a lui che si risolse l’emergenza rifiuti. Ma al Governo, alla Regione e a una sentenza del Consiglio di Stato che dava di nuovo l’ok all’esportazione dei rifiuti fuori regione. Fu Berlusconi, poi, ad avviare anche la terza linea dell’inceneritore di Acerra”.

Tutti, però, ricordano le navi piene di rifiuti in partenza per l’Olanda.

“Fu un’operazione successiva, dispendiosa e per una minima quantità: buona solo per le telecamere”.

E comunque: ora come va a finire?

“La partita potrebbe essere aperta a patto che Maresca si prepari già ora al ballottaggio dicendo ai napoletani: “Da voi non voglio un voto, ma due: per il primo turno e per il ballottaggio 15 giorni dopo, il vero voto decisivo”.

Due.

“Deve prendere coscienza che può puntare solo al ballottaggio. Deve essere franco, diretto, trasmettere fiducia. Nella competizione al secondo turno, uno contro uno, non contano più i candidati delle liste: spariscono, letteralmente. Ci sono solo le due personalità a confronto. Per questo ce la potrebbe fare. Tant’è che Manfredi è sicuramente preoccupato per questo”.

Basta balbettii e contraddizioni, però.

“Così magari potrebbe ripetere l’exploit di De Magistris nel 2011 quando, partendo dal 24%, superò Lettieri che al primo turno aveva preso il 43% dei consensi”.

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