Napoli – Ieri era arrivato a quota 1820 il numero di persone positive al Coronavirus in Lombardia: l’assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, lo ha detto in conferenza stampa aggiungendo che sono 877 i ricoverati, 209 i pazienti in terapia intensiva, 411 ai domiciliari e 250 i dimessi, mentre sono saliti a 73 i decessi. “E’ un’emergenza crescente”, ha sottolineato l’assessore lombardo. “A oggi”, ha aggiunto Gallera, “siamo a 827 posti di terapia intensiva, più altri 50 che arriveranno nei prossimi cinque o sei giorni, e a questi si devono aggiungere 150 posti nelle strutture monospecialistiche, che chiaramente non possono essere usati per i pazienti di coronavirus, perché parliamo di terapie che servono per gravi patologie. C’è la possibilità di ulteriori incrementi con il blocco delle sale operatorie, perché i letti di risveglio, collocandoci un respiratore portatile, possono diventare un letto di terapia intensiva. La terza frontiera”, ha spiegato l’assessore, “è quella di fare lavori strutturali ricavando letti di terapia intensiva”.
Servono posti di terapia intensiva, quindi: se l’onda del contagio non si arresta, o almeno decelera, presto la Lombardia non avrà più abbastanza letti per curare i pazienti. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, la scorsa settimana, ha già messo a disposizione della Lombardia 20 posti letto in terapia intensiva. E il governo si sta preparando a chiedere alle Regioni del Sud di accogliere altri pazienti provenienti dalle zone maggiormente colpite dall’epidemia. Naturalmente, sarebbero trasportati al Sud pazienti affetti da altre patologie, non dal coronavirus, e che, pur avendo bisogno del ricovero in terapia intensiva, possono affrontare il viaggio senza problemi. In questo modo, i posti in terapia intensiva delle strutture sanitarie lombarde potrebbero essere, per la stragrande maggioranza, riservati a chi ha contratto il coronavirus.