Napoli – L’obiettivo e’ quello di scongiurare che la stagione estiva salti completamente. Ma perche’ questo accada, occorre avviare immediatamente un’interlocuzione con le istituzioni e mettere al piu’ presto in campo la strategia per la fase 2. Le associazioni di categoria campane che rappresentano gli oltre 1.000 concessionari degli stabilimenti balneari territoriali, 350 dei quali tra Napoli e provincia, operano lungo 550 chilometri di costa, isole comprese. Diverse le istanze presentate nei giorni scorsi al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che nella sua ultima diretta facebook aveva sottolineato come stesse valutando l’ipotesi di una ripartenza per il comparto. Il Sindacato italiano balneari avra’ domani un’interlocuzione con l’assessorato alle Attivita’ produttive e con la segreteria del governatore. “Alla stregua di regioni come Liguria ed Emilia Romagna, che sono gia’ ripartite – spiega all’AGI il presidente regionale del Sib, Marcello Giocondo – abbiamo chiesto di poter avviare le prime attivita’ di manutenzione ordinaria degli stabilimenti, che in condizioni normali richiedono un mesetto e sarebbero dovute partire a febbraio, per essere pronti a Pasqua”. Se dovesse arrivare l’ok dalla Regione, “effettueremo queste operazioni con rapidita’, sempre tenendo conto delle misure preventive che ci verranno dettate”. Per la Federazione italiana imprese balneari, legata ad Assoturismo Confesercenti, si sta gia’ perdendo tempo prezioso e, senza un’accelerata, i danni sarebbero incalcolabili. “Sulla scorta del boom di presenze registrato nel 2019 – sottolinea all’AGI il presidente regionale Raffaele Esposito – se pure dovessimo riuscire a lavorare da meta’ giugno a settembre rischieremmo una perdita dell’80%, anche perche’ ci rivolgeremmo quasi esclusivamente a un turismo regionale”. Anche la Fiba attende nelle prossime ore una risposta dalla Regione e vorrebbe lanciare un segnale positivo dal comparto turistico-balneare, tenendo conto che “diversi imprenditori stanno pensando a una chiusura volontaria, per paura di denunce e azioni risarcitorie in caso di contagi”, fa notare Esposito. “Le condizioni per la fase 2 ci sono gia’ – assicura – utilizziamo questo tempo per approntare con le imprese e le istituzioni un piano di azione, altrimenti rischiamo di non essere pronti quando l’emergenza rientrera’, come ci auguriamo”. Sib e Fiba concordano su un punto: e’ importante riaprire garantendo la massima sicurezza dei clienti negli stabilimenti, prevedendo strumenti di protezione individuale, allargando lo spazio tra gli ombrelloni e riducendo il numero di accessi per evitare assembramenti. Totalmente bocciata, quindi, l’ipotesi dei moduli di plexiglass per isolare le persone. “E’ una proposta vergognosa – taglia corto Giocondo – non vogliamo aprire ospedali o carceri sulla spiaggia. Sono solo tentativi di aziende che fanno sciacallaggio per trarre profitto in un momento di difficolta'”. Esposito evidenzia come in queste settimane alcune attivita’ commerciali abbiano continuato a lavorare in sicurezza. “Penso ai supermercati – ragiona – perche’ non si puo’ ipotizzare una ripresa per lidi, villaggi e alberghi con tutte le misure di protezione? Noi proponiamo un monitoraggio con l’aiuto della protezione civile e delle forze dell’ordine, anche per offrire maggiore sicurezza sulle spiagge libere, che sarebbero ancora piu’ a rischio”.
Coronavirus, la rabbia dei balneari: “Salviamo la stagione”
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