
Napoli – Oltre tre secoli di carcere. Questo la sentenza di condanna pronunciata dal gup di Napoli Marcello De Chiara per gli esponenti della camorra del quartiere di Miano, a nord di Napoli. In particolare si tratta della costola nata dalla scissione dei Lo Russo del gruppo cosiddetto di ‘abbasc Miano’, tutto composto da giovani leve dei ‘capitoni’. Le pene più pesanti sono state comminate ai capi, tutti giovanissimi: il 24enne Matteo Balzano (20 anni di reclusione), il 30enne Gianluca D’Errico (19 anni e 4 mesi) e il 26enne Salvatore Scarpellini (19 anni e 4 mesi), Vincenzo Gangiano (13 anni), Angelo Contiello (11 anni). Patrizio D’Aria (12 anni), Giuseppe Falcone (12 anni).
Tra i reati contestati dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Enrica Parascandolo, per i quali il giudice ha inflitto le condanne, figurano l’associazione a delinquere di stampo camorristico e l’associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Multe per 52mila euro e riconosciuto risarcimenti nei confronti del Comune di Napoli che si era costituito parte civile. Tra i condannati anche Maria Trambarulo (2 anni e 8 mesi), nipote di Gennaro Trambarulo, elemento di spicco della cosiddetta ‘Alleanza di Secondigliano’, legata e al boss Salvatore Silvestri (condannato a 2 anni e 8 mesi) e Vincenza Carrese (2 anni e 6 mesi). Assolto dal reato di associazione a delinquere Gaetano Garnier (difeso dall’avvocato Raffaele Chiummariello) che ha subito una condanna (2 anni e 6 mesi) per spaccio.
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