Codice antimafia? «Così è una legge scritta male»

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NAPOLI – «Questa è una legge scritta male e non è una eccezione nel panorama delle leggi sfornate quotidianamente». Così Luigi Riello, procuratore generale di Napoli, intervenendo ad un incontro sul codice antimafia. Parlando delle modifiche al codice, Riello ha evidenziato: «Le nostre leggi sono scoordinate – ha affermato – Spesso leggi “manifesto” e i rilievi del Presidente della Repubblica sono una ulteriore spia. Però sentire toni apocalittici come la fine della democrazia o la morte del diritto è una esagerazione, perche’ se ci sono punti critici si affrontano». «Abbiamo leggi “pendolari” – ha spiegato – che sono in pratica un pendolo tra ipergarantismo e impulsi forcaioli, a seconda di quello che succedeva. Dobbiamo cercare di dare equilibrio, ma anche il legislatore dovrebbe essere meno pendolare e più strategico». «C’era una falla che è stata chiusa con una delle modifiche al Codice antimafia. Prima le imprese che si presentavano consorziate, se in misura inferiore al 10%, potevano non presentare la certificazione antimafia. Ora non è più possibile». Lo ha detto Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, parlando del Codice Antimafia. «Una delle cose buone apportate dalle modifiche e’ questo fatto tecnico – ha affermato – un elemento che ho sollecitato, perche’ nell’edizione del 2011 c’era questa falla che era un varco alla camorra».

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