Napoli – La risposta dei centri sociali non si è fatta attendere. A meno di 24 ore di distanza dalla protesta andata in scena all’esterno dell’Hotel Ramada, dove si stava tenendo un incontro elettorale di Casapound Italia, gli antagonisti napoletani, reduci dai violenti scontri di ieri con le forza dell’ordine, sono tornati a far sentire la propria voce. E nel mirino è finita stasera la sede provinciale del Partito democratico a via Toledo.
Il corteo spontaneo è partito da Palazzo Giusso, dove nel pomeriggio si è tenuta un’assemblea, e poco prima delle 20 ha attraversato le strade del centro storico diventando mano mano sempre più numeroso: alcune centinaia i partecipanti alla nuova manifestazione. Gli antagonisti hanno poi aperto vari striscioni sotto la sede del Pd, responsabile a loro dire «dell’applicazione di tutte le politiche antipopolari imposte dall’Unione Europea negli ultimi anni e della strategia repressiva portata avanti dal ministro dell’Interno Minniti». Questo senza contare «tutti gli scandali che stanno investendo o hanno investito la dirigenza regionale di questo partito. In ogni città d’Italia le questure si affannano per garantire alle organizzazioni neofasciste spazi e agibilità politica; mentre agli antifascisti, ai lavoratori, agli studenti, ai disoccupati riservano divieti, arresti, violenze e denunce. Ma da Macerata a Napoli, da Roma a Cosenza, da Bologna a Piacenza, ogni città è scesa per le strade senza paura, rivendicando il diritto di essere antifascisti e di restare umani, rifiutando la logica della guerra tra poveri e promuovendo la guerra dei poveri», hanno spiegato gli attivisti della sinistra radicale partenopea. Al netto di qualche lieve momento di tensione, non si registrano al momento scontri o contatti con forze dell’ordine o attivisti di area opposta.
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