Napoli – La salma di Mario Paciolla è finalmente tornata in Italia. Il caso del volontario 33enne di Rione Alto morto in circostanze ancora misteriose in Colombia, dove con l’Onu aveva intrapreso una missione umanitaria, è aperto e le indagini sono solo all’inizio.
Mario sarebbe dovuto scendere dall’aereo una settimana dopo quel maledetto 15 luglio, data in cui è morto. Invece ad arrivare nella capitale, ieri mattina, è stato il suo corpo senza vita. Ad attenderlo, visibilmente provati, i genitori accompagnati anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
“Il corpo di mio figlio è arrivato in Italia ma l’inchiesta è in corso e preferiamo non dire altro. Sono tornata due ore fa da Roma. Siamo distrutti, è stata una giornata pesante”, racconta così all’Ansa il suo stato d’animo Anna Motta, la madre di Mario che ha dovuto separarsi ancora una volta dal figlio, rimasto per il momento a Roma.
Intanto amici, familiari e forze dell’ordine che indagano sul caso attendono i risultati delle due autopsie svolte sul cadavere del giovane volontario. Una eseguita dalle autorità colombiane e un’altra da medici legali di fiducia dell’ambasciata italiana.
Sono ancora poche le certezze sull’improvvisa morte di Mario Paciolla ma tutto allontana gli inquirenti dall’ipotesi di suicidio.
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