Napoli- Il caso degli studenti napoletani “obbligati” a prendere parte alle giornate Fai nonostante il giorno festivo potrebbe approdare a breve a Montecitorio. «Quanto denunciato dagli studenti di una classe del liceo classico “Vittorio Emanuele” rasenta l’incredibile. La protesta civile per l’uso abnorme dell’alternanza Scuola-Lavoro ha avuto come conseguenza la sproposita reazione della locale delegata del Fai che ha preteso provvedimenti disciplinari e addirittura il 7 in condotta per tutta la classe. Un altro episodio che se confermato confermerebbe le storture, ampiamente denunciate, di questi progetti».
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, non usa mezzi termini nel definire quanto avvenuto a Napoli pochi giorni fa: gli studenti chiamati al servizio di accompagnamento poi avrebbero protestato durante la giornata Fai dei musei aperti con cartelli di protesta. L’esponente di Liberi e Uguali, sul punto, annuncia però di essere pronto a intraprendere una vera e propria battagli nelle più alte sedi istituzionali: «Ci auguriamo – ragiona Fratoianni – che la reazione del mondo scolastico di fronte a questo sopruso sia forte e chiara. Porteremo il caso in Parlamento affinché il Miur intervenga e si evitino provvedimenti punitivi nei confronti degli studenti. Se c’è qualcuno contro cui chiedere provvedimenti non sono certo loro, anzi bisognerebbe ringraziarli per il loro impegno scolastico e civile».
Anche Anna Starita, portavoce di Possibile Napoli e militante di Leu, ricorre a parole di fuoco per commentare la vicenda: «Fin dal principio – ricorda – ci siamo opposti all’alternanza Scuola-Lavoro, in quanto pratica immorale che lede l’effettivo esercizio del diritto all’istruzione. Non ci ha mai convinti né l’obbligatorietà né l’effettività del percorso formativo. Impensabile che a questi studenti, che di fatto lavorano gratuitamente, sia stato negato un giorno di riposo, richiesto tra l’altro per motivi attinenti impegni scolastici». Starita, dunque, non ha dubbi: «Da condannare le minacce della delegata Fai, la negazione del diritto alla protesta e soprattutto il comportamento remissivo dell’organico scolastico. Il dirigente scolastico avrebbe dovuto sospendere immediatamente il rapporto con il Fai, che si poggia su una numerosa squadra di ragazzi sfruttati, nella complicità del Mibact, che dovrebbe invece pensare a come tenere aperti questi monumenti tutto l’anno e con professionisti del settore con contratto e paga adeguati».