Napoli – C’è anche Mario Casillo, capogruppo del Pd in Consiglio regionale e ras del Pd campano, nell’inchiesta della Procura di Torre Annunziata. Il capogruppo dem è indagato per il reato di traffico di influenze illecite nell’inchiesta sull’area ex Cirio di Castellammare di Stabia, culminata nell’ordinanza emessa dal gip oplontino nei confronti di 9 persone tra i quali i parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’imprenditore Adolfo Greco, con la complicità di Tobia Polese (proprietario dell’hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate) e di Giuseppe Passarelli ( amministratore unico della società che avrebbe dovuto realizzare i lavori), avrebbe tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (Put della costiera sorrentino-amalfitana) che impediva la realizzazione dell’intervento, accordandosi con Mario Casillo affinché intervenisse sugli esponenti del suo partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge.
Casillo con la mediazione di Gennaro Iovino, esponente del Pd di Castellammare di Stabia, avrebbe chiesto, in cambio l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica a una ditta che lui avrebbe indicato.
La Procura di Torre Annunziata sottolinea che le condotte ascritte a Mario Casillo Gennaro Iovino e Giuseppe Passarelli inerenti la modifica della legge regionale, “sebbene ritenute sussistenti dal gip, sono state qualificate quale reato di traffico di influenze illecite, fattispecie per la quale, come prevista all’epoca dei fatti, non è consentita l’emissione di misure cautelari“.