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Carceri in Campania, l’emergenza è scoppiata anche a Pozzuoli

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NAPOLI – Nulla si salva, nemmeno il carcere femminile. L’emergenza carcere adesso diventa un caso nazionale. «In Campania ci sono 1100 detenuti più del previsto, rispetto alla capienza massima di 6100 posti. Il sovraffollamento riguarda soprattutto Poggioreale e il carcere femminile di Pozzuoli dove in una stanza ci sono 8,12, perfino 14 donne. E c’è un unico bagno». A lanciare l’allarme è Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania. «Nella casa circondariale di Poggioreale dopo un blitz ci sono anche 30 persone recluse in una stanza. Un’emergenza, quella del sovraffollamento negli istituti della Campania, a cui si può dare una risposta «innanzitutto con la costruzione di una nuova casa circondariale in questa regione – questa la strada indicata dal garante dei detenuti – Si pensi che in Umbria i reclusi campani sono più di quelli umbri. Andiamo anche a violare l’ordinamento penitenziario che all’articolo 42 vieta il trasferimento dei detenuti a più di 200 chilometri da casa». Un nuovo istituto dovrebbe essere aperto in provincia di Napoli «nel nolano – sostiene Ciambriello a Dire -. E speriamo che si accelerino le procedure. Poi c’è un’altra questione: ci sono carceri come quella di Sant’Angelo dei Lombardi (in provincia di Avellino, ndr) che chiede di ricevere altri 30 detenuti». «Quando un detenuto nelle carceri incontra associazioni e realtà che fanno iniziative, quando un detenuto, dopo aver scontato la sua pena, sta in una comunità di accoglienza o incontra la Pastorale carceraria di Napoli, non torna in carcere. Il 90% di loro, coinvolti in iniziative, non è recidivo». Ad affermarlo, nel corso di un’intervista alla Dire, è Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania. «Coinvolgerli è positivo, per loro e per la società. Aiutarli è anche un risparmio economico oltre che un dovere costituzionale: per l’articolo 27 della Costituzione – ricorda Ciambriello – il carcere è un luogo di rieducazione». Per promuovere attività alternative in carcere, il garante dei detenuti annuncia anche l’avvio di un nuovo percorso realizzato in collaborazione con l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini. «Quando un detenuto nelle carceri incontra associazioni e realtà che fanno iniziative, quando un detenuto, dopo aver scontato la sua pena, sta in una comunità di accoglienza o incontra la Pastorale carceraria di Napoli, non torna in carcere. Il 90% di loro, coinvolti in iniziative, non è recidivo. Coinvolgerli e’ positivo, per loro e per la società. Aiutarli e’ anche un risparmio economico oltre che un dovere costituzionale: per l’articolo 27 della Costituzione – ricorda Ciambriello – il carcere è un luogo di rieducazione», ha concluso.

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