Decreto carceri, Ciambriello: “Provvedimento insufficiente ma un primo passo”

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Napoli – “Il decreto carceri è insufficiente. E’ certamente una presa di coscienza che il problema esiste. Certo un segnale c’è, è un primo passo, vengono incentivate prassi virtuose e si andavano già organizzando in molti istituti penitenziari e in tanti uffici di Sorveglianza. Da adesso si potranno consolidare e diffondere” così dichiara Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti in merito al decreto approvato ieri dal governo in materia di prevenzione e diffusione del Coronavirus in carcere.

Si rammenta a proposito che, al sopraggiungere della notizia della diffusione del Covid19 in Campania, ci sono state tra sabato domenica e lunedì rivolte nel carcere di Salerno, Poggioreale, Santa Maria Capua Vetere e Carinola, in altri Istituti “battiture e proteste pacifiche.

Ciambriello poi continua “una norma dall’impatto incerto che va nella direzione di liberare dal carcere migliaia di detenuti, quindi liberare migliaia di posti letto per rendere più vivibili e legali le celle. Certo, se queste misure,l’ impegno degli operatori penitenziari, dei magistrati, dei direttori delle carceri, del terzo settore, delle associazioni di volontariato non saranno state sufficienti, bisognerà avere il coraggio di tornarci, e soprattutto la politica dovrà essere meno pavida e populista”.

Il Garante poi comunica che “la procedura prevista stabilisce che la misura sia applicata dal magistrato di sorveglianza, su istanza dell’interessato, per iniziativa della direzione dell’istituto penitenziario oppure del Pubblico ministero.Occorre rafforzare la dotazione di personale presso gli Uffici di Sorveglianza che è un settore strategico della giustizia penale. Su questo tema specifico ho scritto una lettera al ministro della Giustizia. Comunico inoltre che i semiliberi potranno restare a dormire a casa loro fino alla fine di giugno”.

Alla fine della dichiarazione, Ciambriello evidenzia che “la grande emergenza Corona virus, anche nelle carceri, non si può ritenere chiusa e risanata con le misure adottate ieri, ce ne vogliono altre in termini di ulteriori vie e strumenti per uscire dal carcere, con pene alternative al carcere, e provvedimenti interni di qualità socio sanitaria della vita carceraria. Tutto ciò va affrontato tenendo conto che le nostre carceri da tempo sono sovraffollate,sono luoghi inumani e degradati e, in questi anni,non è stato portato avanti un piano serio per risolvere il problema”.

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