Napoli – Stipendi pagati al ralenti, attrazioni ancora non ultimate a distanza di mesi dall’inaugurazione e minacce di licenziamento in tronco. Il periodo no della nuova Edenlandia sembra proprio non avere fine. A tenere banco per tutta la giornata di ieri sono state le scintille scaturite dalla notizia che uno dei 53 dipendenti era stato messo alla porta dopo essere stato pizzicato a fumare una sigaretta in orario non consentito. Apriti cielo. Immediata la reazione dei sindacati, che a strettissimo giro di posta hanno indetto uno sciopero per l’intero turno di lavoro. Alla fine, però, la mediazione ha avuto la meglio e, dopo l’incontro con l’azienda andato avanti fino a tarda sera, la protesta è stata revocata. Così come la lettera di licenziamento.
Eppure le premesse non erano certo delle migliori. Nel pomeriggio, infatti, una durissima missiva inviata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cirl e Uilcom Uil al Comune e alla Regione, dunque anche al sindaco Luigi de Magistris e al governatore Vincenzo De Luca, lasciava presagire il peggio: «Visto il licenziamento del tutto strumentale e sproporzionato rispetto all’accaduto, le organizzazioni sindacali proclamano lo sciopero per tutti i dipendenti del parco giochi per la giornata di sabato». Preso atto della comunicazione, intorno alle 22 il management aziendale ha quindi deciso di incontrare i sindacalisti. L’incontro alla fine sembra aver dato i suoi frutti e la protesta è così rientrata nel giro di qualche ora. Restano però ancora intatte le tante ombre che aleggiano sul futuro dello storico parco giochi di Fuorigrotta, da mesi alle prese con una situazione societaria non del tutto rassicurante e lavoratori che in alcuni caso hanno ricevuto il pagamento degli stipendi con forti ritardi.
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