Napoli – Ieri ha rotto gli indugi Sergio D’Angelo, il patron di Gesco, ex commissario dell’acquedotto (Abc) e già assessore alle politiche sociali con De Magistris. Dopo Alessandra Clemente e Antonio Bassolino, è il suo il terzo nome ufficialmente in corsa per diventare nuovo sindaco di Napoli.
Tutti e tre sono sostanzialmente autocandidature, espressioni di singoli mondi che vanno a pescare, però, dallo stesso bacino elettorale: quello di sinistra.
Sta di fatto che sono in dirittura d’arrivo anche le candidature, invece, che saranno espressione delle coalizioni, del centrodestra e del centrosinistra (a braccetto col Movimento 5 Stelle). E che, quindi, avranno i favori dei pronostici per la corsa elettorale.
Il centrosinistra e i pentastellati sono pronti a stringersi attorno all’ex rettore della Federico II, Gaetano Manfredi. Il quale ha già compiuto un mezzo miracolo: quello di mettere d’accordo i deluchiani e i 5 Stelle. Tant’è che ora si attende solo l’ultimo giro di valzer, inteso come consultazioni tra le 18 formazioni politiche che compongono questa mega coalizione, per ufficializzare la sua nomination.
Il centrodestra, invece, è pronto a convolare a nozze col suo promesso sposo: l’ex pm della Dda ora sostituto procuratore generale a Napoli, Catello Maresca. Qui, l’ufficializzazione della discesa in campo dipende dalla data esatta delle elezioni che sarà decisa dal Governo. Una volta stabilito il fine settimana per aprire le urne (che potrebbe coincidere con la festa di San Gennaro: il prossimo 19 settembre è una domenica), Maresca farà due conti su quando chiedere l’aspettativa al Csm e dedicarsi al 100% alla politica.
Non che la trascuri già da tempo, ovviamente. Tant’è che, già nei giorni scorsi, avrebbe accettato che ci siano i simboli di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia al suo fianco. Assieme, naturalmente, a quello delle civiche. Ma in tutto dovrebbero essere non più di 8 le liste a sostegno della sua candidatura.
Tuttavia, c’è di più: al tavolo con Fulvio Martusciello, Severino Nappi e Sergio Rastrelli, Maresca avrebbe già acconsentito alla prima spartizione. Quella inerente la presidenza delle Municipalità. Per lui avrebbe voluto preservarne solo una. Il resto, sarebbero 3 per Fdi, 3 per la Lega e 3 per Fi.
A tal proposito, Maresca avrebbe confidato ai suoi di avere già in mente un paio di nomi altamente simbolici.
Il primo è quello di don Luigi Merola, il parroco-coraggio di Forcella che nel 2004 pianse Annalisa Durante. Da allora, con l’associazione “A’ voce d’ e creature” è stato un infaticabile testimonial contro la camorra. Tant’è che nel 2008 l’allora Pdl già lo voleva candidato per le elezioni politiche.
Il secondo è quello della suora laica Carmela Manco, la fondatrice dell’associazione “Figli in famiglia onlus” di San Giovanni a Teduccio, lo scorso anno nominata da Mattarella Commendatore al merito della Repubblica.
Due nomi perfetti per impersonificare i tratti distintivi che vuole Maresca per la sua campagna elettorale: civismo; mondo delle associazioni, in primis quelle cattoliche, al suo fianco; lotta alla camorra; dialogo con le istituzioni (in primis con la Regione di De Luca); candidati di alto profilo. Tutti con fedina penale pulita e senza carichi pendenti. Anzi, di più: al di sopra di ogni sospetto.