Napoli – Federico Buffa, l’avvocato di Sky ormai noto per i suoi racconti calcistici, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Il Mattino. Queste le sue parole su Napoli e sugli azzurri di Maurizio Sarri.
NAPOLI – “Napoli è spesso più legata al suo esterno. Nella lingua, ad esempio, che è una rivisitazione del francese con parole spagnole. È una città posizionata nel Mediterraneo in un certo modo, non sarebbe possibile per Napoli chiudersi e infatti spesso il meglio della napoletanità è la rielaborazione di ciò che viene da fuori”.
SARRI – “Sarri ha quello che serve a un club come il Napoli rispetto al contesto, è un ossessivo maniacale, uno che non crede ci sia un numero sufficiente di ripetizioni per ogni allenamento perché non si è mai imparato abbastanza. I giocatori del Milan dell’era Sacchi mi raccontano fino a che punto lui poteva arrivare, era una sorta di penetrazione psicologica costante. Billy Costacurta mi ha spiegato più volte che alcuni movimenti ormai non li pensavano neanche perché erano entrati nel loro metabolismo tecnico. Si vede che il Napoli ha queste stesse caratteristiche, bisogna solo vedere per quanto tempo Sarri riuscirà a farlo”.
SCUDETTO – “NNon è dato sapere se il mister riuscirà ad arrivare alla testa dei suoi giocatori per un periodo più ampio. In questo mi ricorda Antonio Conte o José Mourinho che dopo qualche anno sono costretti a cambiare club perché dopo un po’ è difficile riuscire a restare in linea con la metrica del pensiero di un uomo del genere. Mediamente tre o quattro anni è il limite. Il Napoli deve riuscire a vincere in fretta con questo allenatore perché lo sta avendo probabilmente al picco di sempre, ha una capacità di insegnamento fuori dalla norma. I giocatori si accorgono che quello che dice lui, proprio come accadeva al Milan di Sacchi, poi si verifica in campo e quindi sono portati a credergli per davvero”.
INSIGNE – “Del Napoli, a parte il fenomeno belga, questo è il mio preferito. Napoli è l’unica città d’Italia dove si gioca ancora a calcio in strada come ci giocavano Cruijff, Pelé, Best. È veramente un giocatore diverso, sorprendente, adoro vederlo. Si nota che pensa diverso e se ne accorgono anche i suoi avversari che è così, ha proprio un altro modo di muoversi, è un calciatore unico nel panorama italiano, quindi lo si guarda più volentieri. E poi è singolare che un napoletano riesca ad imporsi nella propria città”.