Home Napoli Cronaca Napoli Napoli: il boss non è il boss? Libero il favoreggiatore

Napoli: il boss non è il boss? Libero il favoreggiatore

Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli  – E se il boss non fosse il boss? Sembra paradossale ma in realtà è quanto si è profilato ieri al Tribunale del Riesame di Roma che ha deciso di scarcerare (clamorosamente) Roberto Murano. La questione è stata avanzata dall’avvocato penalista Domenico Dello Iacono il quale ai giudici della Libertà della Capitale ha fatto una semplice domanda: «Ma ci sono prove che Nicola Rullo sia il capo e il reggente dei Contini?». Ecco. Tutto ruota attorno al suo arresto avvenuto il 26 settembre in una villetta di Itri. Era latitante perché doveva scontare circa dieci anni, mese in più e mese in meno, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. E con lui furono arrestate altre due persone. Una di loro era Roberto Murano, considerato dall’Antimafia il suo braccio destro, l’uomo fidato che poteva curare i suoi spostamenti e che ne avrebbe gestito la latitanza, poi stroncata da un magistrale blitz dei carabinieri di Napoli in accordo con quelli di Roma e con la squadra speciale dei “cattiatori Calabria”, che sono in grado di stanare ricercati di grosso “calibro” tra le montagne. Ebbene il quadro era perfetto ma, secondo il penalista, mancavano i colori. Non c’erano prove agli atti dell’esistenza del clan Contini, che Rullo fosse il reggente della cosca. Insomma mancavano verbali che attestassero con estrema precisione di cosa si stava parlando in quell’aula. Al che, davanti all’evidenza dei fatti sollevata dal penalista Dello Iacono, i giudici della Libertà hanno rimesso il libertà (per l’appunto) Muraro.

Exit mobile version