Napoli – All’indomani delle sei condanne rimediate dai presunti responsabili della mancata bonifica di Bagnoli il sindaco di Napoli torna a soffiare sul fuoco della polemica. «La sentenza di Bagnoli è di primo grado e quindi vale la presunzione di innocenza. In questi giorni però ho ascoltato tanti commenti di politici che hanno pontificato sul tema, alcuni dei quali responsabili politicamente di quanto avvenuto, altri impegnati nella campagna elettorale. Mi chiedo dove fossero queste persone in questi anni. A differenza delle Amministrazioni precedenti noi ci siamo costituiti parte civile e abbiamo sostenuto che nel passato ci sia stato uno sperpero di denaro pubblico e un disastro naturale». Con queste parole il primo cittadino Luigi de Magistris è intervenuto al programma “Mattina 9”. «Su Bagnoli non ci siamo limitati alla denuncia politica, ma abbiamo portato avanti l’ordinanza “Chi inquina paga” e fatto un lavoro enorme grazie alla sensibilizzazione di tanti cittadini, movimenti e associazioni. Abbiamo condotto una battaglia contro Renzi per il commissariamento, siamo riusciti a chiudere un accordo storico per Bagnoli sulla rigenerazione urbana, sulla spiaggia pubblica, sul recupero della balneazione e sul parco. Nel 2018 – ha concluso l’ex pm – inizieranno le bonifiche nell’interesse della città».
Ma a tenere banco è soprattutto la lettera aperta pubblicata in serata da uno degli imputati eccellenti, l’ex vicesindaco di Napoli nonché ex presidente della società Bagnolifutura, Sabatino Santangelo: «Non sono stato sentito neanche dal portiere del Tribunale e quindi non dal pubblico ministero, non dal Gip, non dal collegio giudicante. Nessuno ha ritenuto utile sentire quello che avrei voluto e potuto chiarire». Santangelo, vale la pena ricordarlo, ieri ha incassato una condanna a tre anni di reclusione per disastro ambientale colposo e truffa aggravata ai danni dello Stato a conclusione del processo per la mancata bonifica di Bagnoli. «Tenuto conto – aggiunge – che l’imputazione di disastro ambientale è stata derubricata da dolosa a colposa francamente mi riesce difficile comprendere come avrei potuto agire con artifizi e raggiri. Se fosse vera la tesi di una inesistente oppure pessima realizzazione della bonifica, è incomprensibile l’assenza nel processo dell’impresa, selezionata con una regolare e non contestata gara europea, della direzione dei lavori, individuata con gara europea, e della commissione di Collaudo».