NAPOLI – Come è stato il debutto in consiglio comunale dei grandi sconfitti alle elezioni comunali di Napoli? Di chi, vale a dire, si era presentato come candidato sindaco in contrapposizione a Gaetano Manfredi?
Abbastanza agitato quello di Antonio Bassolino. Filosofico quello di Catello Maresca. Rivendicazionista quello di Alessandra Clemente.
E quindi: Bassolino. A 74 anni ha vissuto il suo debutto in aula come semplice consigliere comunale. Nella sua lunghissima carriera politica, non gli era mai capitato di farlo. Per questo, si sarà fatto prendere dall’emozione, chissà.
Sta di fatto che, cominciando a dilungarsi nel suo intervento (a ogni consigliere erano concessi 10 minuti, salvo dei minuti di recupero di cui la neo presidente dell’assise Enza Amato è stata assai generosa con tutti), appena ha udito il tintinnio della campanella che voleva solo metterlo a conoscenza che doveva stringere, si è interrotto immediatamente stizzito, non volendo più riprendere sebbene sollecitato in tal senso sia dalla presidenza che dallo stesso sindaco.
“Se è finito il tempo mi zittisco, ma ci vuole più rispetto. Ho ascoltato gli altri in silenzio, vorrà dire che svolgerò la seconda parte del mio intervento la prossima volta. Per oggi finisco qui. Auguri”.
Per la cronaca, ma anche per capire di che pasta è fatto Manfredi: quando ha concluso il dibattito attorno alle sue linee programmatiche, circa 3 ore e mezza e un diluvio di parole dopo, si è sentito di doversi scusare lui con Bassolino: “Mi scuso io del malinteso”.
E quindi: Catello Maresca. Lui alla prima in assoluto da politico nelle istituzioni (politiche), l’ex sostituto procuratore di Napoli si è augurato l’inizio, dato il dover ricominciare per molti aspetti quasi da zero, di una “stagione costituente” per Napoli promettendo una opposizione “con animo costruttivo sebbene severo”.
E poi il colpo ad effetto: la citazione di Socrate a proposito anche dei soldi che si rivendicano a Roma: “Non dalla ricchezza nasce la virtù, ma dalla virtù deriva, piuttosto, ogni ricchezza e ogni bene, per l’individuo come per gli stati”.
Infine Alessandra Clemente: ha ripetuto il suo refrain di questi giorni dedicato a Manfredi: “Il Re è nudo”. Dal suo punto di vista, vorrebbe sottolineare che solo ora tutti danno ragione a De Magistris constatando che è impossibile governare Napoli senza soldi.
Fatto sta che l’obiezione più schietta gliel’ha mossa Nino Simeone (Napoli Libera) quando le ha fatto presente che la differenza (auspicata e promessa) dell’azione di Manfredi rispetto a quella di De Magistris sta proprio nella capacità di fare rete, sta proprio nell’agire all’opposto rispetto a quanto fatto dall’ex sindaco con le altre istituzioni al fine di avere per Napoli la collaborazione e le risorse necessarie.