Babygang scatenate a Bagnoli, task force del Comune: in arrivo 12 telecamere

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Napoli – Emergenza microcriminalità all’ombra dell’ex Italsider, è corsa contro il tempo per provare ad arginare il fenomeno prima che accada l’irreparabile. All’indomani della feroce rissa scoppiata in via Ilioneo, il presidente della Muncipalità 10, Diego Civitillo, non fa mistero della propria preoccupazione: “Il quartiere vive con allarmismo questa situazione, c’è una percezione di insicurezza diffusa, ma non abbiamo alcuna intenzione di rimanere fermi a guardare”. La task force è pronta e in arrivo ci sono dodici nuove telecamere di videosorveglianza pubblica. La deadline al momento resta però incerta. Prima che il progetto prenda forma potrebbero infatti ancora servire alcuni mesi.

Ad annunciare l’arrivo dei nuovi occhi elettronici è il presidente della “giuntina” di via Acate: “La scorsa settimana – rivela Civitillo – abbiamo ultimato i sopralluoghi con i tecnici del Comune. I dispositivi, che dovrebbero essere dodici, saranno installati sia nella parte bassa che in quella alta del quartiere”. Il progetto è già stato presentato alla Regione Campania e ha ottenuto un finanziamento di poco superiore ai 70mila euro. Nelle prossime settimane sarà dunque redatto il piano relativo alla fase esecutiva: “Queste nuove telecamere – aggiunge il presidente della Municipalità 10 – saranno collegate direttamente alla sala operativa della Questura e andranno ad affiancarsi a quelle previste per il funzionamento della nuova Ztl. Purtroppo i tempi non ancora del tutto definiti, ma contiamo di chiudere la “partita” nel giro di pochi mesi”.

Il presidente Civitillo si congeda con un’ultima, amara riflessione: “Bagnoli, rispetto ad altre zone di Napoli, come ad esempio il Vomero, resta al momento un quartiere relativamente tranquillo. I fenomeni di microcriminalità purtroppo esistono però anche qui e sempre più spesso vedono protagonisti ragazzini giovanissimi. La percezione di insicurezza c’è, è diffusa e le telecamere di videosorveglianza, da sole, potrebbero non bastare. La verità è che serve un lavoro serio su questi ragazzi, partendo dalle scuole, per capire fino in fondo le ragioni dei loro gesti e del disagio che si portano dietro”.

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