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Metro, Circum e Cumana: i veri assembramenti sono sui mezzi pubblici

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Napoli – Nei giorni in cui il Governatore, Vincenzo De Luca, ferma la movida e blinda i medici dai giornalisti, si continuano a registrare mega assembramenti sui mezzi del trasporto pubblico di Napoli e provincia.

Dal comune partenopeo, tra metro, bus e funicolari, fino alle tratte ferroviarie della città metropolitana con Cumana e Circumvesuviana sono sempre più numerosi gli assembramenti registrati dai pendolari, ormai allo stremo. Con il grido degli utenti che resta sempre lo stesso, da mesi: “Aumentate le corse“. 

Nel giorno in cui la provincia di Napoli tocca il suo picco di contagi da Covid (ieri erano 448 solo nel Napoletano) molti cittadini continuano a denunciare la ressa presente nella grande maggioranza delle stazioni napoletane.

Il paradosso è che alcuni di questi mezzi sono gestiti da società regionali, la stessa che nel suo racconto demagogico si dichiara paladina del Covid permette quindi mega assembramenti quotidiani?

I treni sono affollati nell’ora di punta. Ma nei limiti consentiti dalla norma in vigore – ha spiegato il presidente di Eav, Umberto De Gregorio cioè con l’80 per cento dei posti disponibili da libretto di circolazione. I dati ufficiali di EAV ci parlano di treni al massimo al 70 per cento. Certo ci possono poi essere situazioni particolarmente critiche ma sono casi del tutto isolati”.

La folla – continua De Gregorio – quindi è prevista dalle regole nazionali e si trova a Napoli come a Venezia (qui è previsto addirittura il 100 per cento) a Roma e Milano”.

Parole, quelle del presidente dell’Ente Autonomo Volturno, che non sono passate di certo inosservate ai sindacati della pubblica mobilia. Gli stessi ricordano infatti al presidente dell’Eav che “il fatto che accada in tutta Italia, non la rende meno grave”.

Vedere le scene di metropolitane e autobus strapieni a Milano come a Venezia – racconta Adolfo Vallini dell’Usb – rappresenta da un lato l’incapacità dei gestori di programmare il servizio a livello locale e regionale, dall’altro un attentato alla salute pubblica”.

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