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Ascierto studia il vaccino e chiama Ronaldo: “Cristiano, uniamoci per combattere il virus”

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“Sono giornate intensissime. Gli ospedali sono in emergenza, medici e infermieri quasi tutti infettati”. Il professor Paolo Antonio Ascierto – direttore unità oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’istituto Pascale di Napoli -, racconta al quotidiano ‘TuttoSport’ il momento che vive l’Italia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. “Le rianimazioni, soprattutto in Lombardia, sono in ginocchio. Ma la battaglia contro il Coronavirus va combattuta insieme. Medici, pazienti e gente a casa”. 

L’oncologo, di origini sannite, sta utilizzando il farmaco anti-artrite reumatoide “Tocilizumab” nel trattamento della polmonite interstiziale da Covid-19 con risultati incoraggianti.

Ascierto mentre studia il vaccino e chiede l’aiuto di CR7: “Non mi stupisce, il suo gesto. Cristiano Ronaldo, oltre che un campionissimo, è un esempio di professionalità, abnegazione e solidarietà. Quando parlo con i mie collaboratori più giovani, spesso cito CR7 come modello da seguire per migliorarsi. Anche in questa circostanza così grave, Ronaldo sta dimostrando intelligenza e sensibilità. Per questo gli invio questo messaggio: “Cristiano, uniamoci per combattere il coronavirus. Colgo l’occasione per appellarmi ai campioni dello sport, del calcio e in modo particolare a Cristiano Ronaldo, che è il mio idolo e che anche in questa situazione difficile si è rivelato un esempio mondiale mettendo la salute della gente davanti a tutto”.

La maglietta di CR7 nel suo studio? “Io sono napoletano, ma tifosissimo della Juventus. Per trent’anni ho provato un pizzico di invidia nel vedere amici e colleghi del Napoli che, giustamente e con orgoglio, esponevano la maglia di Maradona. Quando è arrivato Cristiano alla Juventus, mi sono detto: “Questo è il mio turno””.

Il professore spiega come nasce l’amore per i colori bianconeri: “Pensi, oltre che essere di Napoli, sono cresciuto in una famiglia di interisti. Il mio tifo per la Juventus nasce in una circostanza particolare. Ricordo il giorno esatto: 30 gennaio 1972: Catanzaro-Juventus 1-0, gol di Mammì. Avevo 7 anni. All’epoca i giocatori non si esibivano in lunghe esultanze dopo una rete. Quella volta, invece, Mammì esplose di gioia e io lo vissi quasi come un modo di infierire sull’avversario che aveva perso. Per cui decisi di tenere per la Juve, pensando fosse la squadra più debole. Poi vincemmo lo scudetto. Il mio primo vero idolo è stato Anastasi. In seguito Platini, Baggio, Zidane, Nedved, Cristiano Ronaldo. E Dybala, che si chiama come me. Sono amico di famiglia diRaffaele Palladino, conosco bene anche Tacconi e Amoruso”.

I colleghi e pazienti napoletani: “C’è grande rivalità sportiva tra Napoli e Juventus, però le posso garantire che anche qua c’è tantissima ammirazione per Cristiano Ronaldo. Sono felice di godermelo nella mia squadra, ma è uno di quei campioni che va oltre la maglia. Devo ammettere che nel mio lavoro, essere juventino a Napoli è anche “divertente”. I miei pazienti malati di cancro mi regalano un sacco di gadget bianconeri e poi dicono quasi tutti la stessa frase: “Dottore, io il massimo sforzo l’ho fatto. Ora tocca a lei, provi a farmi guarire”. E si finisce per ridere, sdrammatizzare. Quando sarà finita l’emergenza e si tornerà alla normalità, mi piacerebbe che un bel personaggio come Gattuso ogni tanto passasse dal nostro istituto: un motivatore come lui trasmetterebbe fiducia a chi lotta contro il cancro”.

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