L’analisi di Demopolis sui flussi elettorali: da dove sono arrivati i voti per Manfredi

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NAPOLI – Da dove è arrivata la manna del 62,88% che ha eletto al primo turno Gaetano Manfredi sindaco di Napoli? Ieri sera, uno dei primi studi sui flussi elettorali è stato presentato da Demopolis per la trasmissione televisiva di Lilli Gruber, Otto e Mezzo

E da esso si evince che, rispetto a 5 anni fa, quando fu rieletto Luigi De Magistris a Palazzo San Giacomo, l’ex rettore della Federico II ha pescato un pò dappertutto.

Su 100 voti che ha ottenuto, l’istituto di Pietro Vento ha calcolato che 51 gli sono arrivati da chi, nel 2016, ha votato De Magistris; da 26 che avevano preferito Valeria Valente, la candidata del Pd e del centrosinistra; da 14 che avevano sostenuto il Movimento 5 Stelle che proponeva Matteo Brambilla nella sua corsa solitaria e, infine, un bel gruzzoletto, da 9 che avevano votato Gianni Lettieri, il candidato sindaco del centrodestra. Dote, quest’ultima, arrivata evidentemente anche tramite il buon risultato della lista dell’ex coordinatore cittadino di Forza Italia, Stani Lanzotti, schieratosi questa volta nel centrosinistra.

Manfredi, quindi, ha fatto da catalizzatore di voti provenienti da mondi assai diversi.

E’ stata premiata la qualità principale che ha messo in evidenza da quando ha accettato la candidatura: quella di saper fare da collante tra mondi assai diversi. Di essere un buon costruttore, si direbbe visto che è un ingegnere.

E visto che è un accademico, di essere un costruttore quasi da premio Nobel se si pensa che Giorgio Parisi, l’italiano che si è appena aggiudicato quello per la fisica, è stato premiato “per aver capito in che modo si crea un ordine nei sistemi disordinati”. A ben vedere, la stessa sfida che, sotto l’aspetto politico, attende Manfredi per essere il leader di una coalizione così eterogenea.

Coalizione, a proposito ancora di flussi elettorali, che ha avuto 3 punti secchi in più rispetto a lui (le liste hanno ottenuto il 65,88% rispetto al suo 62,88%).

Questo pacchetto di voti disgiunti sul candidato sindaco si è riversato essenzialmente su Bassolino (che ha avuto l’8,2% personale rispetto al 6,56% della sua coalizione, per un saldo di 1,64%) e Maresca (21,88% lui, 20,9% la sua coalizione, per un saldo di quasi 1 punto). Ma si è trattato davvero di poca roba. 

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