Napoli – Elezioni amministrative 2019, in provincia di Napoli le “quota rosa” restano ancora una volta al palo. Il conto alla rovescia è appena iniziato ma c’è subito una prima cattiva notizia. Nei 21 comuni al voto saranno soltanto sette le donne che in corsa per la conquista della poltrona di primo cittadino. Con la presentazione delle liste depositate venerdì sera è intanto iniziata ufficialmente la corsa elettorale che si concluderà con il voto di domenica 26 maggio. In provincia di Napoli andranno alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali 21 Comuni, otto dei quali con popolazione superiore ai 15mila abitanti: l’eventuale turno di ballottaggio per questi ultimi si svolgerà il prossimo 9 giugno.
Le altre 13 Amministrazioni, tutte con popolazione inferiore ai 15mila abitanti, eleggeranno i propri primi cittadini e relativi consigli già nella serata del 26 maggio. Complessivamente sono 67 i candidati sindaco, di cui solo 7 donne, mentre i consiglieri comunali si distribuiscono su 140 liste. I seggi resteranno aperti nella sola giornata di domenica 26 maggio, dalle ore 7 alle 23. Si tratta di una consultazione parziale, che coinvolgerà poco più di 345mila residenti. Si vota con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Il voto si esprime tracciando un segno sul simbolo della lista o sul nome del sindaco. Nei Comuni con meno di 15mila abitanti non è possibile votare per un candidato alla carica di sindaco diverso da quello collegato alla lista. È eletto il candidato sindaco che ottiene il maggior numero dei voti. Nei Comuni inferiori ai 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza per un candidato al consiglio comunale, scrivendo il cognome nella riga corrispondente alla lista. Per tutti gli altri Comuni si possono esprimere fino a 2 preferenze ma di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Nei Comuni superiori ai 15mila abitanti è possibile il voto disgiunto: si può votare una lista e un candidato sindaco non collegato alla lista votata. È eletto chi ottiene almeno il 50 per cento più uno dei voti validi.
I comuni più popolosi chiamati alle urne sono Casoria, Arzano e Nola, seguiti a ruota da Sant’Anastasia, Bacoli, Casavatore, Grumo Nevano e Sant’Antonio Abate. I centri più piccoli sono invece Liveri e Comiziano. In alcuni Comuni i seggi saranno blindati per evitare il rischio d’infiltrazioni criminali. Fari puntati, in particolare, su Casavatore e Crispano, che arrivano al voto dopo che le Amministrazioni precedenti sono state sciolte per camorra, entrambe nel gennaio 2017. Per Casavatore si è trattato della prima volta, Crispano invece era già stato sciolto nel 2005.
Fari accesi dell’Antimafia anche ad Arzano, comune falcidiato da inchieste e sospetti. Sono 5 i Comuni che giungono al voto prima della scadenza naturale del mandato: Casoria, Bacoli, Arzano, Grumo Nevano e Casola. A Casoria il consiglio comunale è stato sciolto dopo le dimissioni dalla carica di 14 consiglieri su 24, mandando a casa la giunta di Pasquale Fuccio. Stessa scena ad Arzano, dove 13 consiglieri, dimettendosi, hanno posto fine all’esperienza della giunta guidata da Fiorella Esposito. A Grumo Nevano invece lo scioglimento è arrivato dopo le dimissioni del primo cittadino, Pietro Chiacchio, finito nell’inchiesta sull’appalto rifiuti. A Bacoli, invece, il sindaco Giovanni Picone, già subentrato al dimissionario Josi Della Ragione, ha passato la mano dopo appena dieci mesi di governo.