Home Napoli Amministrative 2016, il Tribunale di Napoli reintegra altri due grillini: “Espulsioni illegittime”

Amministrative 2016, il Tribunale di Napoli reintegra altri due grillini: “Espulsioni illegittime”

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Napoli – Faida a 5 Stelle, ci pensa il Tribunale di Napoli a “mettere pace” tra il cerchio magico del Movimento e gli attivisti espulsi durante la campagna elettorale delle Amministrative del 2016. Il giudice Nicola Graziano, al termine di una scrupolosa valutazione delle istanze, ha infatti dato ragione ai ricorrenti ordinando il reintegro nel partito di Roberto Ionta e Salvatore Cinque. I due, insieme ad altri 34 grillini, erano stati allontanati dal vertice del M5S con l’accusa di aver cospirato contro il partito. Oggetto del contendere, in particolare, il gruppo privato Napoli Libera che i “ribelli” avevano all’epoca creato su Facebook.

Si chiude così un contenzioso trascinatosi per due anni tra mille polemiche e veleni. La sentenza appena emessa dalla Terza sezione civile del Tribunale di Napoli è però soltanto l’ultimo di una lunga sequenza di colpi di scena. Il 13 luglio del 2016 erano infatti arrivati già i primi reintegri. Nel febbraio successivo il Movimento decise invece di non attendere il pronunciamento della magistratura e sottoscrisse un accordo extragiudiziale con altri sedici dissidenti. All’appello mancavano quindi soltanto l’avvocato Ionta e il preparatore atletico Cinque. E anche per loro il Tribunale ha dato semaforo verde: i due attivisti potranno quindi tornare a pieno titolo a far parte delle fila dei 5 Stelle. Il giudice Graziano ha però respinto la contestazione circa la presunta illegittimità del regolamento redatto all’epoca da Grillo e Casaleggio

Il pronunciamento non è in questo caso nel merito, ma strettamente tecnico. Secondo il Tribunale, infatti, la questione è giocoforza venuta meno in quanto il testo impugnato dai due ricorrenti è stato nel frattempo sostituito da quello nuovo approvato alla fine del 2016. Cala così il sipario su una querelle spigolosa, andata avanti per due anni tra mille veti e fuochi incrociati. C’è però ancora un ultimo nodo da sciogliere: capire fino a che punto, cioè all’atto pratico, i vertici dei 5 Stelle saranno disposti ad accogliere fattivamente i due ex ribelli.

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