Napoli – Un agguato (mediatico) in piena regola. E’ quello preparato ieri sera da Bianca Berlinguer nel corso del programma Carta Bianca contro Paolo Ascierto, direttore della Struttura Complessa Melanoma e Terapie Innovative dell’istituto dei tumori Pascale di Napoli. Una trappola che fa passare in secondo piano anche l’importanza del tema al centro dello scontro tra Ascierto e Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano: la cura ai pazienti affetti da Coronavirus. La giornalista, da sempre vicina alle posizioni della sinistra radical, ha acconsentito al gioco del tiro al piccione contro Ascierto. Senza dare al prof napoletano la possibilità di controbattere alle accuse di Galli. Tutto nasce dal via libera dell’Aifa alla sperimentazione della cura di Ascierto (tocilizumab), il primo in Italia, su 11 pazienti ricoverati al Cotugno per via del Coronavirus. Galli ha perso le staffe: “Non facciamoci sempre riconoscere. Queste sperimentazioni sono in atto da diverso tempo in Cina. Abbiamo fra i vari centri delle zone più colpite ormai qualche centinaio di pazienti trattati in questo modo. Non facciamo quelli che non danno a Cesare quello che è di Cesare e ai cinesi quello che è dei cinesi. Non è un anti-virale. E dobbiamo capire esattamente il momento in cui va utilizzato”. E poi ha aggiunto: “Non esageriamo a fare provincialismi di varia natura”. Accuse accompagnate dal sorrisino della Berlinguer. Ascierto non ha avuto la possibilità di battere colpo su colpo. Ma si è limitato a replicare: “Ci deve dare atto che il protocollo è un protocollo al quale ha lavorato all’Ospedale Tumori di Napoli”.
L’agguato (mediatico) di Bianca Berlinguer contro Paolo Ascierto
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