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Napoli – Rumore killer e residenti a rischio in caso di incidenti, il comitato No Fly Zone muove ufficialmente i suoi primi passi e accende i riflettori sull’aeroporto internazionale di Capodichino. Il “cartello” costituito dalle associazioni Assoutenti città metropolitana di Napoli, Cittadinanza attiva in difesa di Napoli e Comitato vivibilità cittadina si è riunito questa mattina in via Morghen, nella sede della Municipalità 5, per presentare la propria mission: la ricerca di soluzioni tecniche e amministrative per arginare il dilagante sovraccarico dello scalo del capoluogo.
«Noi non siamo contrari al trasporto aereo, ma vogliamo che venga privilegiata la sicurezza e la tutela della salute dei cittadini, nel rispetto ambientale», mettono in chiaro i promotori del progetto, ricordando che «l’aeroporto di Capodichino è l’unico della regione con un carico di aerei in continuo aumento, in gran parte low cost e charter. Esistono due rotte di atterraggio, quella più lunga ma non invasiva con direttrice Benevento e quella più breve e invasiva sulla città con direttrice da Ischia. La conseguenza è il forte inquinamento acustico e atmosferico su tutta la città e su beni culturali quali la Reggia di Capodimonte, oltre a un rischio intrinseco di sicurezza per la distanza dei sorvoli a circa 200 metri dalle abitazioni».
Ecco, dunque, alcuni dei dati elaborati dal neocomitato No Fly Zone: a Capodichino oggi transitano in media 280 aereomobili al giorno, il 48 per cento più rispetto al triennio 2013-2016. In forte aumento, di conseguenza, anche le statistiche relative ai passeggeri: 90 per cento in più rispetto allo stesso periodo e 26mila presenze giornaliere nello scalo partenopeo, poco più di 9,4 milioni di passeggeri all’anno. Numeri assai consistenti e a tratti anche preoccupanti.
Sul punto, il quadro tratteggiato da Stefania Cappiello, di Assoutenti città metropolitana di Napoli, non lascia spazio a dubbi: «La situazione è critica sia a livello locale che nazionale. La Regione continua a pensare soltanto all’aeroporto di Salerno, ma si tratta di uno scalo nato in mezzo al nulla, troppo distante dal capoluogo e malcollegato. Il progetto di Grazzanise, dopo tante chiacchiere, è stato cancellato e non se n’è fatto più nulla. Intanto Gesac, nonostante le promesse fatte, continua a far decollare e atterrare sempre più aerei passando per la città».
La questione, però, va anche vista su una scala più ampia: «Ad oggi – prosegue Cappiello – manca un Piano aeroportuale studiato per l’intero sistema-Paese, con il risultato che i gestori continuano a muoversi con troppo autonomia. La Zonizzazione acustica non è aggiornata, così come la Valutazione di impatto ambientale. Noi non vogliamo bloccare il traffico aereo, chiediamo solo di trovare soluzioni compatibili con la presenza dell’uomo e della città. Capodichino allo stato attuale non ha più alcuna possibilità di ulteriore espansione. Nonostante ciò si continua a parlare ancora di incrementare il traffico, ma senza pensare all’incidenza sulla città, si vedano i 90 decibel emessi dagli aerei in decollo nel cuore della notte e avvertiti da interi quartieri come il Vomero o l’Arenella».