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Napoli – Speriamo sia la quarantena e quell’irrefrenabile voglia di libertà. E che non sia piuttosto il vuoto della Memoria. Quella appunto con la emme maiuscola. Se sui manifesti del Comune di Napoli per il primo maggio appare come slogan “Il lavoro rende liberi”. La stessa terribile scritta che i deportati ebrei vedevano appena arrivati nel campo di sterminio di Auschwitz, così come in altri lager. Un errore madornale quello dell’assessorato alle Politiche Sociali e al Lavoro, guidato da Monica Buonanno. Tanto che nella tarda serata di ieri si è cercato di correre ai ripari, sostituendo la locandina del programma con un’altra con su scritto “Il lavoro rende la dignità”.
“Sono davvero mortificata, purtroppo l’iniziativa è circolata con un titolo che ricorda ad ognuno di noi i campi di sterminio nazisti – ha detto l’assessore Buonanno -. Una distrazione, certo imperdonabile, ma avvenuta nel contesto di un ufficio che in questi giorni sta lavorando incessantemente per fronteggiare le emergenze sociali della nostra città. Sono una donna antifascista, chiedo scusa”. Bene. Ed insieme al lavoro incessante, ci si augura vengano esercitati incessantemente la Storia e il ricordo. Così che quelle “tre parole della derisione sopra la porta della schiavitù” – come scrisse Primo Levi riferendosi alla scritta che in tedesco è “Arbeit macht frei” – siano solo ad imperitura memoria di uno dei periodi più bui della storia.