“Provvedimenti che appiano incomprensibili considerato che vengono adottati a oltre 14 mesi dai fatti contestati ad agenti e dirigenti del Corpo per essere intervenuti, è bene ricordarlo, a sedare una violentissima rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere“. Così, in una nota congiunta, il presidente e il segretario regionale dell’Uspp, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio commentano le misure cautelari emesse nei confronti di agenti della polizia penitenziaria ritenuti inquirenti casertani coinvolti nelle presunte violenze che sarebbero avvenute nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020.
“Siamo vicini ai colleghi destinatari di atti giudiziari – aggiungono i due sindacalisti – che sembrano eccessivamente punitivi aldilà dell’esito dei procedimenti che si auspica vedano la totale imparzialità della magistratura inquirente e che siamo certi faranno giustizia accertando che le responsabilità emergenti dalle indagini sono diverse e a favore degli agenti coinvolti”.
“La polizia penitenziaria è vittima di un sistema di gestione della detenzione fallimentare” proseguono i due sindacalisti “e le carceri rischiano di essere completamente in balia dei detenuti laddove si delegittimano azioni di ripristino della sicurezza e della legalità mettendo alla gogna gli agenti che ogni giorno sono in balia di denunce strumentali avanzate sulla spinta di leggi che stanno imbavagliandone le funzioni, tra mille difficoltà operative dovute alla carenza degli organici dei mezzi di difesa in conseguenza delle quali subiscono aggressioni giornaliere. Proprio per questo l’USPP ha chiesto l’emanazione di un protocollo operativo omogeneo e l’uso di body cam proprio per scongiurare situazioni che espongono il personale inesorabilmente a ad accuse infondate”.
Moretti si dice convinto che “se vi sono comportamenti irregolari, la magistratura deve intervenire con determinazione accertando le responsabilità dei singoli protagonisti di azioni illegali, ma quanto sta accadendo a Santa Maria Capua Vetere è un colpo troppo forte alla credibilità di un istituzione (il Corpo di Polizia Penitenziaria) i cui 204 anni di storia non possono essere messi in discussione da provvedimenti sensazionalistici ed eclatanti senza che ve ne siano motivi logici. Infatti disporre provvedimenti cautelari a distanza di così tanto tempo e con la certa collaborazione portata da tutti gli interessati appare quanto di più inspiegabile possa esistere”.
“Che il vertice dell’amministrazione penitenziaria campana” continuano Moretti e Auricchio “comandanti stimati, dirigenti della polizia penitenziaria, da sempre impegnati nell’attività di contrasto all’illegalità e in ruoli strategici per la sicurezza anche delle funzioni giudiziarie, nonchè il Provveditore regionale siano stati interdetti dai pubblici uffici è quanto di più deleterio al funzionamento dell’amministrazione penitenziaria auspichiamo che tali provvedimenti siano superati in tempi rapidi e non possiamo che esprimere solidarietà nei confronti dei destinatari di queste misure, chiedendo alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia di verificare se non si tratti di provvedimenti no espressamente necessari”.
L’USPP Campania ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale in attesa di scendere in piazza a fianco dei colleghi di Santa Maria Capua Vetere e la Segreteria Nazionale annuncia una visita presso l’istituto casertano già mercoledì prossimo”.
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