Caserta – “Gli avevo telefonato nel giorno in cui era stato ricoverato all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano. Molto lucido ma con una voce abbastanza fioca. E’ stato lui a dirmi ‘ce la faremo anche stavolta’. Ma il Signore ha voluto stringerlo al suo cuore e portarlo nella luce del paradiso”.
Così il cardinale Crescenzio Sepe nel corso dell’omelia pronunciata durante la messa tenuta al Duomo di Caserta per i funerali del vescovo Giovanni D’Alise, morto all’alba di domenica per un arresto cardiaco all’ospedale di Caserta, dove era ricoverato perché trovato positivo al Coronavirus. Alle esequie hanno partecipato duecento persone, soprattutto sacerdoti,tra cui anche il presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, e familiari del presule, ma anche autorità come il sindaco di Caserta Carlo Marino e il prefetto Raffaele Ruberto.
Nel corso dell’omelia, Sepe ha ricordato che “Monsignor D’Alise è morto come è vissuto, cioè donando la vita per le anime, disponibile ad andare dove lo chiamavano. E’ soprattutto in questa amata diocesi di Caserta che monsignor D’Alise ha incarnato il suo ruolo di pastore per il gregge a lui affidato, facendosi presente soprattutto nelle parrocchie per testimoniare la paternità e la carità di Cristo. Nei sei anni a Caserta,non ha mancato di dare il suo competente contributo anche alla Conferenza Episcopale campana soprattutto nel campo della salvaguardia del creato e del lavoro. Per tutto questo io lo ringrazio. La sua vita non è finita – ha sottolineato Sepe – perché quello che lui ha creato nella sua vita terrena ha prodotto molto frutto e vive nel cuore di Dio. E’ morto in trincea, come Gesù. La morte di monsignor D’Alise si aggiunge a quelle di tanti sacerdoti che hanno testimonianto l’amore del buon pastore che dà la sua vita per il suo gregge. Preghiamo la nostra madre Maria perché protegga la chiesa qui a Caserta e tutte le chiese che sono in Campania, in Italia e nel mondo da questa pestifera, mortifera e diabolica pandemia da Covid 19”; Sepe ha concluso con la benedizione: “Dio lo benedica e ‘a Maronn l’accumpagn”.
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