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Truffe agli anziani: le condanne. Tra le vittime la vedova di Marcello Torre

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Si è concluso con 13 condanne ed un’assoluzione, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il processo a carico dei componenti dell’organizzazione criminale responsabile di decine di truffe ai danni di persone anziane. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – indagini del Procuratore Aggiunto Antonio D’Amato e del sostituto Antonella Cantiello – portò nel giugno scorso a 15 arresti da parte dei carabinieri della Compagnia di Caserta. Oggi la sentenza conferma quanto accertato dagli inquirenti; il gip Emilio Minio ha inflitto ai fratelli Vincenzo e Gennaro Varriale, ritenuti i capi del gruppo, le pene più elevate, rispettivamente cinque e tre anni di carcere; ai due erano state addebitate il grosso delle quasi 40 truffe contestate. Condanne a tre anni anche per altri due componenti della banda autori di numerose truffe: Vincenzo Giannetti, 20 anni, e Ciro Ruggiero, 22 anni, il primo ritenuto responsabile di 13 raggiri, il secondo di ben 26 episodi. La banda, è emerso, era specializzata in truffe ai danni di anziani che spesso vivevano da soli; tra le vittime della truffa, nel gennaio scorso, anche la 79enne vedova dell’ex sindaco di Pagani (Salerno) Marcello Torre, ucciso dalla camorra nel lontano 1980. Collaudato il modus operandi, emerso grazie anche a cinque arresti in flagranza effettuati dai carabinieri, che sono riusciti ad evitare che alcuni raggiri venissero consumati. Le vittime venivano seguite dai membri del gruppo che ne studiavano così le abitudini e le relazioni con parenti e vicini; la fase successiva consisteva nel mettersi in contatto con la vittima designata. Il truffatore si spacciava per nipote dell’anziano, cui chiedeva di preparare dei soldi perché di lì a poco sarebbe arrivato un corriere per la consegna di un prodotto da pagare. Emblematica una telefonata intercettata dai carabinieri guidati dal capitano Andrea Cinus. “Nonna – diceva il truffatore – preparami 1500 euro, quindici volte 100” specificava l’uomo visto che l’anziana non aveva sentito bene. “Non ce li hai? Allora prendi tutti gli oggetti d’oro che quelli vengono a prenderseli; poi oggi passo io, do i soldi e mi riprendo i gioielli”, aggiungeva. Dopo questa prima telefonata, arrivava poco dopo quella del falso corriere espresso, ovvero un altro componente del gruppo che carpiva in tal modo l’indirizzo preciso e si presentava a casa della vittima consegnando un pacco contenente solitamente bagnoschiuma, calzini, o prodotti informatici come il mouse. In altre circostanze alle vittime sono state fatte richieste di denaro fino a 3000 euro; è inoltre emerso che gli indagati sono stati in grado di sospendere temporaneamente il traffico telefonico delle vittime per evitare che avvertissero altri parenti. 

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