Caserta – Erano specializzati in truffe ai danni di persone anziane che spesso vivevano da sole i componenti del gruppo smantellato con otto arresti dai carabinieri di Caserta su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; tutti napoletani gli indagati, cinque dei quali finiti in carcere, tre ai domiciliari; i reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe agli anziani. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha accertato almeno 86 episodi di truffe realizzate in tutte le province campane con un modus operandi ormai collaudato, già emerso nelle operazioni effettuate lo scorso anno, quando i carabinieri arrestarono venti presunti truffatori, alcuni dei quali in flagranza di reato, come nel caso della truffa consumata nel gennaio del 2017 ai danni della 79enne vedova dell’ex sindaco di Pagani (Salerno) Marcello Torre, ucciso dalla camorra nel dicembre del 1980. Tra gli arrestati odierni anche il 48enne Vincenzo Tipaldi e il 26enne Francesco Palladini, responsabile proprio del raggiro alla vedova di Torre.
Le vittime, è emerso, venivano seguite dai membri del gruppo che ne studiavano così le abitudini e le relazioni con parenti e vicini; la fase successiva consisteva nel mettersi in contatto con la vittima designata. Erano i capi dell’organizzazione, ovvero il 45enne Gennaro Altamura e i figli Raffaele, di 21 anni, ed Edgardo di 23, a telefonare alle vittime e a tenerle all’apparecchio evitando che potessero chiamare i veri parenti. Il truffatore si spacciava per nipote dell’anziano, cui chiedeva di preparare dei soldi perché di lì a poco sarebbe arrivato un corriere per la consegna di un prodotto da pagare. Entravano quindi in azione i complici addetti ai ruoli esecutivi, ovvero coloro che si presentavano alle vittime spacciandosi per i corrieri. Spesso i falsi corrieri telefonavano alla vittima designata per carpirne l’indirizzo.
A quel punto il corriere-truffatore si presentava a casa della vittima consegnando un pacco contenente solitamente bagnoschiuma, calzini, o prodotti informatici come il mouse. In cambio si faceva consegnare somme di denaro dai 1000 ai 3000 euro. Emblematica una telefonata intercettata dai carabinieri guidati dal capitano Andrea Cinus nel corso dell’indagine analoga che nel giugno scorso portò a 15 arresti. “Nonna – diceva il truffatore – preparami 1500 euro, quindici volte 100” specificava l’uomo visto che l’anziana non aveva sentito bene. “Non ce li hai? Allora prendi tutti gli oggetti d’oro che quelli vengono a prenderseli; poi oggi passo io, do i soldi e mi riprendo i gioielli”, aggiungeva. Scarsa la collaborazione delle vittime, che non hanno denunciato più spesso per vergogna.
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