Caserta – La Terra dei Fuochi ritorna al centro dell’agenda politica nazionale. Dopo le emergenze, i decreti e i provvedimenti approvati negli scorsi anni per le bonifiche delle aree inquinate e il controllo del territorio per fermare incendi e sversamenti illeciti, ieri il Governo del cambiamento è giunto alla Prefettura di Caserta per la firma del nuovo Protocollo d’Intesa. Il Premier Conte ha esordito con un “coupe de theatre”, definito anche dal Presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca: “uno spot elettorale“.
La Terra dei Fuochi diventerà dei Cuori grazie a un piano d’azione in cui verrà impiegato l’esercito che presidierà i siti di lavorazione dei rifiuti che, secondo le prefetture di Napoli e Caserta, sono a rischio di incendi dolosi, E ancora, i droni e un centinaio di carabinieri specializzati in reati ambientali. Saranno anche aumentati i vigili del fuoco pronti a intervenire sul territorio. Nel piano d’azione previsto dall’intesa avranno un ruolo anche le Asl e i medici di base, impiegati per il controllo dell’aria e del territorio finalizzato a rilevare la presenza anomala di malattie più o meno gravi legate all’inquinamento da rifiuti. Di qui la presenza della Regione, che ha competenza sulla sanità.
L’obiettivo a lungo termine è il cosiddetto “end of waste”, la fine della dispersione dei rifiuti, la loro trasformazione nell’ambito di un’economia circolare. E non solo in Campania: il governo giallo-verde pensa in prospettiva di esportare il modello in altre regioni. “Per arrivare a questo – ha detto il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, non si metterà in campo solo la repressione ma farò da pontiere per ottenere una differenziata di qualità e avviare il porta a porta con tariffa ovunque. Perchè chi inquina di meno deve pagare di meno”.
Intanto lo scandalo rifiuti e le indagini della DDA di Napoli proseguono soprattutto nelle province di Napoli e Caserta. Quattro giorni fa, a seguito di numerose perquisizioni, il sindaco di Caserta Carlo Marino, si è dimesso dalla carica di presidente dell’Ato rifiuti, l’organismo regionale formato dai sindaci che dovrebbe gestire in ogni provincia il ciclo integrato dei rifiuti, ma che non è mai decollato. Problema Ato che resta non solo in provincia di Caserta; la gestione provinciale infatti in Campania non è entrata a regime e a pagare ritardi, incompentenze e disagi, sono sempre i cittadini preoccupati per la loro salute e le loro tasche.
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