Il provvedimento è arrivato all’esito di un’indagine avviata subito dopo l’incendio che assunse vaste proporzioni, e che interessò un’area di otto ettari. Le fiamme si propagarono con violenza per il forte vento e lo stato secco della vegetazione e furono poi contenute e domate solo grazie ai vigili del fuoco e di altre squadre antincendio coadiuvate di un elicottero della Regione Campania. I militari del Gruppo Forestale trovarono e repertarono, nei pressi del punto dove si era sviluppato il rogo, alcuni oggetti che portarono all’individuazione di Buzducan, tra cui un accendino.
È emerso così, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che il romeno avrebbe dato fuoco al versante collinare del Monte Tifata, in prossimità della baracca abusiva da lui utilizzata, per distruggere la vegetazione boschiva e arbustiva allo scopo di piantare successivamente le piantine di vite e ampliare così il vigneto già realizzato, peraltro abusivamente, in una zona limitrofa a quella incendiata.