La Reggia delle meraviglie da contare e da scontare

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Caserta – Tempo di bilanci alla Reggia, come sempre dopo la prima domenica del mese di apertura gratuita dei monumenti Italiani. Bilanci fatti di numeri e considerazioni che, puntualmente a Caserta, si presentano di segno opposto.

E così mentre i dati definitivi dei visitatori presenti alla Reggia domenica scorsa si attestano su 18.045 accessi registrati e un terzo posto guadagnato nella classifica nazionale dei più visitati dopo il Colosseo e gli scavi di Pompei, c’è chi fa notare anomalie nei conteggi.

“Molti non sanno – commenta Angelo Donia coordinatore provinciale della UIL PA dei Beni Culturali alla Reggia – che domenica scorsa chi sceglieva di andare al Parco della Reggia, una volta finita la visita era costretto ad riuscire dal complesso, per poi rimettersi nuovamente in fila per visitare gli Appartamenti Reali”.

Conteggi doppi in tali casi, quindi, che falserebbero sia la conta effettiva delle 18mila presenze registrate domenica scorsa sia il trend positivo che il monumento casertano manterrebbe rispetto allo scorso anno.

Ma, al di là di numeri e cifre, quello che resta sul tappeto dell’ennesima domenica gratuita al monumento sono le immagini che i visitatori porteranno con sé in Italia e nel mondo.

Su tutti un cartello rabberciato alla meglio che, nel Parco all’altezza del Ponte di Ercole, ieri annunciava  la “chiusura dei bagni per guasto improvviso”.

D’altra parte, considerato che l’eccezione è il funzionamento dei servizi igienici interni al Parco e non il contrario, alla marea di turisti presenti ieri Reggia non restavano altro che i due unici bagni presenti nei cortili monumentali, di cui uno a pagamento, e quello del bar all’ingresso del Parco.

E le immagini di oggi, che ritraggono i bagni “ripuliti” dopo l’assalto di ieri, la dicono lunga sul concetto di decoro garantito al pubblico dal monumento che nel 2009 meritò il titolo di “Parco più bello d’Italia”.

Erbacce, panchine divelte, lastre di marmo tra i prati, grate e ferraglie nascoste sotto i cespugli, sono forse i segnali di incuria che meglio invitano gli incivili al “non rispetto” e i civili all’indignazione per un monumento che, anziché trainare la città al meglio, ne viene trascinato nell’indecenza.

 

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