Home Caserta Falsi certificati per evasione boss, il pm: “Mostruoso comportamento oculista”

Falsi certificati per evasione boss, il pm: “Mostruoso comportamento oculista”

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Caserta-Milita, che durante il processo è passato dalla Dda di Napoli alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, dove ha il ruolo di Aggiunto, spiega che “questo è l’ultimo processo riguardante Setola e il periodo dell’evasione e degli omicidi. Un’eventuale condanna – prosegue Milita – sarebbe irrilevante per Setola, che ha numerosi ergastoli da scontare, ma sarebbe fondamentale perché dichiarerebbe falsa quella cartella clinica usata da Setola con la complicità del suo ex legale Girolamo Casella, che per questi fatti è già stato condannato definitivamente (11 anni di carcere, ndr), e dello stesso Fronterrè:  tra 5 o 10 anni, quando sarà calata la memoria delle gesta terroristiche compiute da Setola, nessuno potrà più usare questa cartella clinica per provare a farlo uscire dal carcere, o comunque bisognerà stare molto attenti per non incorrere in gravi reati”. Milita stigmatizza il comportamento processuale di Fronterrè, definendolo “ridicolo”, in particolare quando durante l’esame in dibattimento “ha detto che si ritrovò Setola alla clinica Maugeri di cui era un primario senza sapere perché. Questa è una versione che ripugna alla logica umana, e che contraddice l’ammissione fatta da Fronterrè durante l’interrogatorio di garanzia effettuato in carcere dopo l’arresto del dicembre 2012. Lì, davanti al Gip, ammise di aver accentuato la patologia di Setola”. Milita è ancora più duro quando ricorda che Fronterrè, pure dopo l’arresto di Setola nel gennaio del 2009, quando tutto il Mondo sapeva dei suoi omicidi, continuò a tentare di farlo uscire dal carcere presentando un’altra consulenza al processo per la strage degli africani”. Il pm riporta anche le dichiarazioni spontanee fatte da Setola in aula nell’ottobre 2014, quando il camorrista dichiarò di voler iniziare un percorso di collaborazione con la giustizia. “Ci vedo molto bene, racconterò tutto alla Dda” ricorda Milita; la cosa non andò avanti perché “fortunatamente – aggiunge il pm – la collaborazione non si concretizzò”. La requisitoria si concluderà con le richieste di pena nell’udienza del 13 marzo.

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