Il Mibact licenzia in tronco sei “furbetti del cartellino” alla Reggia

Napoli, 3 mag. (askanews) - Due dipendenti della Reggia di Caserta costretti all'obbligo di presentazione quotidiana a un ufficio di polizia, immediatamente prima dell'inizio dell'orario di lavoro e subito dopo la sua conclusione, e altre quattro persone indagate. E' il bilancio di un'operazione anti assenteismo condotta dalla polizia di Caserta, coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, nel complesso vanvitelliano. I reati contestati sono truffa aggravata e continuata e false attestazioni sulla presenza in servizio. Le indagini hanno accertato che i due destinatari dell'ordinanza si assentavano, volontariamente, per diverse ore dal posto di lavoro durante l'orario in cui avrebbero dovuto svolgere le loro mansioni, privi di qualsivoglia autorizzazione da parte della direzione amministrativa e "con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico e in violazione dei doveri inerenti il pubblico impiego svolto", spiega in una nota il procuratore sammaritano, Maria Antonietta Troncone. Il numero uno della procura ha, inoltre, sottolineato che quanto avvenuto ha "esposto la Reggia al rischio di atti di vandalismo e non solo". L'inchiesta è nata dopo un furto avvenuto all'interno della Reggia che, secondo gli investigatori, sarebbe stato "agevolato evidentemente proprio dalla mancanza di sorveglianza" che i due destinatari della misura cautelare "avrebbero dovuto assicurare". Le indagini condotte dalla polizia di Caserta si sono avvalse di attività di pedinamento e di intercettazioni video ambientali effettuate tra settembre e novembre 2016. I dipendenti coinvolti, secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, "si procuravano un ingiusto profitto pari alla porzione di stipendio percepita pur non lavorando, arrecando un pari danno all'ente pubblico di appartenenza che ha retribuito prestazioni lavorative non effettuate e con l'ulteriore danno patrimoniale e di immagine correlato alla mancata presenza del dipendente, per giunta addetto ad un delicato servizio, quello di vigilanza, all'interno della Reggia esposta così al rischio di atti di vandalismo e non solo".
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Caserta – Licenziati in tronco dal Mibact i sei “furbettini del cartellino” che qualche mese fa meritarono alla Reggia la triste ribalta della cronaca giudiziaria con tanto di immagini catturate dalle telecamere nascoste delle forze dell’ordine chiamate ad intervenire per tutt’altro motivo, ossia per indagare su un furto notturno avvenuto a settembre 2016 nella bouvette della Reggia, nel corso del quale fu portato via l’incasso di giornata.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e realizzata dalla Squadra Mobile di Caserta guidata da Filippo Portoghese, estese il suo raggio di azione anche alla vigilanza interna al sito patrimonio dell’Unesco, visto che la bouvette è ubicata nei pressi dell’ingresso del Parco reale, dunque in un punto in cui sarebbero dovuti essere presenti dei custodi. Da cui l’occhio degli investigatori, puntato sul comportamento dei dipendenti, ha scovato ben altri furti “seriali” perpetrati chissà da quanti anni.

In realtà, infatti,  già all’epoca della gestione della soprintendente Paola David si vociferò l’apertura della caccia ai “furbetti del cartellino” alla Reggia, con posizionamento di telecamere nascoste da parte delle forze dell’ordine che però non sortirono effetti.

Di contro oggi, seppure partite per scovare gli autori del furto alla buvette, le indagini delle forze dell’ordine hanno incastrato Raffaele Narciso, Benedetto Petriccione, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno, accusati di truffa aggravata e continuata e falso nelle attestazioni di presenza in servizio per essersi allontanati dal luogo di lavoro dopo aver timbrato il badge.

Il provvedimento di licenziamento del Mibact, però, è scattato subito dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e prima ancora che il pm si esprimesse sul giudizio e ciò in applicazione della legge Madia che consente di concludere un rapporto lavorativo anche prima dell’eventuale processo.

Convocati a Roma dal Ministero lo scorso 25 luglio, per i sei custodi assenteisti il licenziamento in tronco è stato immediato.

E mentre si preannunciano battaglie legali, restano sul tappeto delle considerazioni indagini che non soltanto hanno evidenziato l’assenza di telecamere di sorveglianza in molte aree del monumento, ma sopratutto che il controllo del personale aveva la stessa “elasticità” dichiarata dal direttore Mauro Felicori in merito all’osservanza dei piani di sicurezza entrati nell’occhio del  ciclone mediatico una domenica da 17 mila visitatori fuori controllo alla Reggia.

Un “fuori controllo” che negli ultimi mesi si sta rivelando ben più ampio di quello che già meritò le distanze dell’allora ministro Mibact Franceschini, imbarazzato nel commentare le immagini della Reggia targate “gestione Felicori” e divenute il simbolo negativo delle aperture massive dei monumenti volute dal governo Renzi.

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