Mattarella ricorda la strage nazista di Bellona: vicenda da non dimenticare

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Bellona (Caserta) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato l’eccidio nazista di Bellona, nel Casertano, con un messaggio inviato al sindaco Filippo Abbate. La strage, il 7 ottobre di 74 anni fa, era il 1943, costò la vita a 54 civili innocenti.

Oggi a Bellona c’è stata la cerimonia di commemorazione. “Nella ricorrenza del 74 anniversario dell’eccidio- scrive Mattarella – rivolgo un commosso pensiero ai familiari delle 54 vittime innocenti della barbara rappresaglia di quel tragico 7 ottobre 1943”. “L’efferatezza di quel gesto – prosegue il Capo dello Stato – e il dolore che ha segnato a lungo nei cuori e nelle menti la comunità di Bellona, siano di monito e riflessione affinché gli orrori causati dalla guerra e dall’odio tra i popoli non vengano mai dimenticati. L’impegno e la partecipazione con i quali l’amministrazione comunale e i cittadini di Bellona commemorano ogni anno la sofferta memoria di quel brutale eccidio, mantengono saldo il legame tra passato e presente e rinnovano l’affermazione convinta di quei valori di rispetto, tolleranza, democrazia e pace che sono fondamento della nostra Repubblica”.

Quel tragico 7 ottobre di 74 anni fa, tutto iniziò all’alba quando squadre di SS bloccarono le strade della città ed iniziarono il rastrellamento. Fu catturato l’Arciprete don Andrea Rovelli, mentre celebrava la Santa Messa, e prese 200 persone, tra ragazzini, giovani, vecchi, sacerdoti, professionisti, lavoratori, studenti, militari, che vennero riunite in piazza Umberto I°, per poi essere condotti nella vicina cappella di San Michele Arcangelo con la scusa di essere avviati ai lavori. Il primo gruppo di dieci persone uscì dalla Cappella e, scortati da due nazisti, attraversò Via Della Vittoria, raggiungendo la cava di tufo sita alla periferia a nord della Città, al confine tra Bellona e Vitulazio dove, dopo essere stati spinti sul ciglio, il plotone di esecuzione eseguì, senza pietà, la condanna a morte. I corpi furono scaraventati nella cava profonda circa 25 metri, e coperti dal terreno fatto crollare con l’esplosione di bombe a mano. Dopo la prima esecuzione, altri dieci seguirono la stessa sorte e così di seguito sino a raggiungere il numero di 54 vittime.

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