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Giudice gli chiese il tesserino, avvocato di colore perde il processo: “Ora penso male”

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Il 4 febbraio scorso rimase vittima di un “malinteso” nel corso di un’udienza al tribunale per i minori di Napoli, con il giudice che non credeva potesse essere avvocato, tanto da chiedergli il tesserino e la laurea.

Il caso rientrò, o almeno così pensava l’avvocato del foro di Napoli Hilarry Sedu, cittadino italiano nato in Nigeria, che denunciò l’episodio senza parlare di razzismo, ricevendo anche le scuse del giudice – il giudice onorario Maddalena Mangiacapra – ma che oggi si ritrova a dover fare i conti con il rigetto di un’istanza molto delicata da parte di un collegio dello stesso Tribunale; una bocciatura liquidata “in due righe”, “cosa mai vista in nessun tribunale d’Italia”, e con una “motivazione non basata su dati di fatto”. “Non voglio pensare male – dice Sedu – ma faccio molta fatica”; il malinteso fece rumore a livello mediatico, tanto che vi fu un incontro pacificatore tra Sedu, la Maniacapra e il presidente del tribunale per i minori.

Quasi due mesi dopo però, Sedu si trova a dover fare i conti con un rigetto “dal sapore molto strano, che lascia un retrogusto molto amaro”. Sedu aveva chiesto al tribunale di concedere il permesso di soggiorno ad un cittadino nigeriano affinché potesse restare in Italia con i suoi due figli di 2 e 4 anni, entrambi nati in Italia, dunque aveva sollecitato una decisione nell’interesse dei minori, che vivono ad Acerra (Napoli). Ma il tribunale composto da quattro giudici ha rigettato con la motivazione che il papà dei minori “ha una serie di illeciti penali così come si evince dalla dettagliata informativa della Questura di Napoli del 16 ottobre 2020”. Sedu si è immediatamente attivato, perché il papà dei due bimbi gli aveva detto di non avere alcun precedente, “altrimenti non avrei potuto presentare l’istanza”. Gli immediati accertamenti non hanno fatto emergere precedenti. “Dal casellario giudiziario non è emerso nulla – spiega Sedu – e inoltre nell’informativa della Questura c’e scritto solo cheil mio assistito ha chiesto in precedenza la protezione internazionale, per cui non mi spiego la decisione, contro cui ho già presentato appello”.

In un post su facebook, Sedu ci va giù duro, citando anche George Floyd, il cittadino afroamericano la cui uccisione da parte della Polizia a Minneapolis nel maggio 2020, ha scatenato proteste negli Usa e in tutto il Mondo (il processo per la sua morte è iniziato ieri). Sedu non usa la parola “razzismo”, che già febbraio aveva usato solo per dire che il colore della pelle non centrava niente, ma scrive che “provvedimenti del genere screditano l’onore e la fede nella giustizia.

Se credete di imbavagliarmi, avete sbagliato persona. I miei avi già furono schiavi, io sono il riscatto.
Specchio di George Floyd, qui non muore una persona, ma muore la giustizia”.
 
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