Caserta – Con una nota stampa Gennaro Oliviero, presidente PD della Commissione Ambiente in Consiglio regionale, spiega le motivazioni che lo hanno portato, nella seduta odierna del Consiglio regionale della Campania, a esprimere voto contrario al Disegno di Legge sugli interventi di riqualificazione ambientale delle cave ricadenti in aree di crisi ed in Zone Altamente Critiche (ZAC) e per le cave abbandonate del Piano Regionale delle Attività Estrattive.
“Voglio ribadire – spiega Oliviero – che il primario e unico obiettivo del mio mandato è costituito dal tutelare il territorio casertano – le parole d’esordio del Presidente, PD, Commissione Ambiente, in Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, che spiega i motivi per cui ha espresso voto contrario al Disegno di Legge sulle cave, proposto dalla Giunta.
Quanto affermo viene comprovato dai numeri: in Terra di Lavoro, sono presenti ben 442 cave che interessano 75 comuni su 104. Un dato da primato regionale nel settore.”
“Infatti – continua – contribuiamo ad 1/3 del fabbisogno campano, con la presenza di oltre il 40% di tutte le attività. Se questi primi fatti non bastassero, si tenga conto che delle 691 complessive, abbandonate e prive di obblighi per gli ex gestori, quasi 300 si trovano nella provincia di Caserta e di queste, 176 sono situate in quelle che il Piano Regionale Attività Estrattive individua come Aree di Crisi e 69 in Zone Altamente Critiche.
È venuta a mancare l’eco-sostenibilità, a causa dall’elevata concentrazione di siti attivi in ambito ristretto, oltre la loro prossimità a centri abitati e zone vincolate.”
“L’impatto percettivo – aggiunge Oliviero – le alterazioni fortemente destrutturate e degradate, sono visibili anche da lunga distanza, nonostante la compresenza di elementi di particolare pregio visivo. Si è contribuito a creare un panorama lunare, senza che fosse effettuato alcun controllo. Un devastante scempio, a scapito del patrimonio paesaggistico.
Terra di Lavoro per decenni, è stata vessata da un quadro normativo incerto, senza alcuna previsione della contestuale ricomposizione ambientale.
Il Prae entrato in vigore nel giugno 2006 – seguita – ha mostrato molteplici contraddizioni che prestano il fianco a diverse interpretazioni, rivelandosi strumento inidoneo a tutelare Caserta, martoriata dalla incessante e illegale attività dei cavaioli. Incoerenze emblematiche, sono date dalla possibilità di riclassificare, diversamente, aree di cava, nonostante ricadano nello stesso spazio. Inoltre, vengono concessi margini di ampliamento a siti, ricadenti in aree di crisi, oltre a prevedere la possibilità di poter estrarre nelle aree di riserva che non devono essere suscettibili di nuove attività.”
“A causa di questo desolante scenario – conclude Gennaro Oliviero – anche se animato da buone intenzioni, non posso assolutamente esprimere parere favorevole al Disegno di Legge in questione, che trascura il disastro subito, incolpevolmente, dalla mia provincia.
Terra di Lavoro, il suo territorio, il suo paesaggio e i suoi cittadini… hanno già dato.”