Mondragone (Ce) – L’AMBC ha incontrato il parroco della parrocchia di Sant’Angelo, don Paolo Marotta, al quale ha presentato e consegnato la sua proposta per la Festa Italiana della Cucina Povera. Come si ricorderà, nel commentare l’ultima edizione della Fagiolata, che ha luogo durante le festività in onore di San Michele Arcangelo, avevamo sottolineato qualche stanchezza che rischiava di mettere su un declino una delle tradizioni maggiormente sentite della nostra città. Avevamo sintetizzato dicendo che il rischio della Fagiolata era quello di permanere in una dimensione di sagra paesana e di perdere a poco a poco il suo appeal (anche perché in molte altre realtà si organizzano fagiolate più o meno simili). Ovviamente non abbiamo nulla contro le sagre. Anzi. Ma pensiamo che la città, proprio a partire dall’esperienza quarantennale della Fagiolata, a suo tempo “inventata” dagli amici Antonio Taglialatela, Virgilio Maceroli e Federico Papa, possa aspirare a qualcosa di più. Proponiamo perciò “la transizione dalla Fagiolata alla Festa Italiana della Cucina Povera”. Da un’iniziativa tipicamente locale ad un evento di caratura nazionale. La “cucina povera” ha una tradizione antica, è quella del popolo, dei contadini, delle classi povere; essa è espressione dell’arte della cucina che si mescola con un’altra arte, ben conosciuta, quella di arrangiarsi. Comprende ricette preparate con ingredienti semplici e genuini, secondo la tradizione locale, utilizzando ciò che è disponibile in casa, compresi gli avanzi del giorno prima. Richiede poca spesa e molta fantasia. La cosiddetta cucina povera –hanno continuato i rappresentanti dell’AMBC– è alla base della dieta mediterranea, è <ingrediente> della nostra storia gastronomica di comunità contadine ed è il tratto più significativo del nostro orgoglioso passato fatto di semplicità, di cose genuine, di Km 0 ante litteram, di cultura e rispetto del territorio e dei beni comuni, di senso della comunità. L’idea dell’AMBC della FESTA (o Festival) ITALIANA DELLA CUCINA POVERA da organizzare annualmente a Mondragone nasce dall’esigenza di connettere questi eventi locali (soprattutto, i prodotti e le ricette della cucina povera), presenti negli 8.000 e più Campanili d’Italia, farli conoscere ad un pubblico più vasto (ed anche più giovane), preservarli dal rischio dell’oblio e dare loro nuova e moderna linfa e una dimensione nazionale, anche in grado di far conoscere genti e luoghi. Ma nasce anche con l’obiettivo di rendere permanente un impegno di educazione alimentare ed ambientale, in grado di formare soprattutto nelle giovani generazioni una diversa cultura del cibo ed un rinnovato rispetto per l’ambiente e per tutti gli esseri viventi. La Festa viene preparata durante tutto l’anno, con 1 evento ogni mese e con il coinvolgimento di vari soggetti (scuole, parrocchie, associazioni, imprese, commercianti ecc) e vari luoghi della città (toccando tutti i quartieri). La Festa raggiunge il suo apice a settembre, con la <Settembrata>, un intero mese di eventi, e si chiude sempre con la serata dedicata alla FAGIOLATA DI SANT’ANGELO e con l’ultimo evento che anticipa la Festa del prossimo anno. La Festa ogni anno (durante l’ultima settimana di settembre) ospiterà una regione d’Italia e i suoi piatti poveri. Lungo viale Regina Margherita, piazza e corso Umberto I, corso Vittorio Emanuele e via Duca degli Abruzzi, nei portoni e nelle piazze verranno allestiti i <Ristoranti Poveri> per far conoscere e gustare i piatti poveri della regione ospite di turno e quelli di Mondragone, di Terra di Lavoro e della Regione Campania. Animando tutta la città con musica, giochi e spettacoli. I 12 eventi preparatori (il 12° è anticipatorio della Festa dell’anno successivo) della Festa si occuperanno di Educazione Alimentare, di Antiche ricette, di Ricette dell’Altro Mondo (ospitando ogni anno una Nazione), di Natura e Ambiente, di Alberi, di Lotta allo Spreco Alimentare, di Arti, Cultura e Cibo (ovvero il cibo e la musica, il cibo e il teatro, il cibo e la letteratura, il cibo e il cinema ecc), sapendo alternare momenti di approfondimento (seminari, mostre ecc) con occasioni di svago e divertimento (concerti, spettacoli teatrali, proiezioni di film ecc). Abbiamo anche individuato lo strumento organizzativo per la progettazione esecutiva e la gestione di un evento così importante, ovvero una Fondazione di Comunità, mutuando alcune straordinarie esperienze che si stanno portando avanti in Italia. La prima edizione della Festa potrebbe già essere quella del 2020, ma ora la palla passa al quartiere e alla città. Il dibattito è aperto. Valutando anche la possibilità di fare del quartiere più antico della città il luogo ove far nascere tanti piccoli locali di cucina povera (e esperienze di Street Food), caratterizzando così vie (pedonalizzate) ed angoli suggestivi del rione ed offrendo possibilità di sviluppo e lavoro (turismo slow) e ragionando su percorsi formativi (anche in raccordo con l’Università Luigi Vanvitelli) per le professioni della gastronomia da allocare nel nostro comune. L’AMBC resta- come sempre– a disposizione.
La Festa Italiana della Cucina Povera: la proposta dell’AMBC
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