Doposcuola in sedi abusive in pieno centro a Caserta, blitz della Gdf

Una foto rilasciata dalla GDF mostra unn momento dell'operazione antievasione. L'operazione, che rientra in un piano coordinato di controllo economico del territorio, è condotta da militari del Comando provinciale della Gdf di Ancona. E' scattata ieri, e sta interessando anche stamani il capoluogo e i comuni di Jesi, Senigallia, Fabriano, Osimo, Falconara marittima e Chiaravalle. In materia di scontrini non emessi, le irregolarità accertate finora si aggiungono a 200 violazioni analoghe riscontate nei primi due mesi dell'anno. Ispezioni nei luoghi di lavoro (venti fino a stamani) riguardano anche il fenomeno delle assunzioni in nero. Sul fronte della vendita di prodotti contraffatti, nelle ultime 24 ore i finanzieri hanno sequestrato 8.700 articoli falsificati (520 profumi, 4.600 capi di abbigliamento, 3.400 articoli elettrici) e denunciato sette commercianti cinesi. Sequestrati anche 90 testi universitari riprodotti illegalmente.
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Caserta – Un doposcuola abusivo, che accoglieva nelle ore pomeridiane in due appartamenti del centro di Caserta oltre 100 studenti di scuole elementari e medie, cui venivano somministrati anche i pasti, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza, che ha proceduto alla sospensione dell’attività di servizio mensa e all’irrogazione di una maxi-sanzione. I militari hanno scoperto anche del personale che lavorava “in nero”; su 11 addetti, sette infatti non avevano contratto. Non è stato difficile per i finanzieri della Compagnia di Caserta notare ogni pomeriggio un via vai sospetto di genitori e alunni presso un condominio di via Roma, visto che lo stabile è ubicato a poca distanza proprio dalla sede del Comando Provinciale della Fiamme Gialle; altro via vai è stato notato in via Daniele. In entrambi i casi si trattava di appartamenti dove non risultavano dichiarate attività commerciali. Sono così partiti gli accertamenti della Finanza  in collaborazione con gli ispettori dell’Asl e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro; è emerso che le due abitazioni era sedi secondarie non dichiarate di  una cooperativa sociale che operava nelle vicinanze, fornendo servizi di baby parking e doposcuola; e che ogni pomeriggio c’era un enorme afflusso di ragazzi, che venivano peraltro affidati a personale non qualificato e in parte non contrattualizzato. I pasti venivano inoltre cucinati in ambienti ritenuti non idonei. Sulla coop sociale sono stati avviate anche verifiche di carattere fiscali mentre a breve dovrebbe concludersi gli accertamenti sul rispetto delle normativa sulle sicurezza nei luoghi di lavoro.  

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