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Covid, morto terzo agente al carcere di Carinola: le reazioni dei sindacati

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All’Amarezza e lo sconcerto per la perdita di un’altra vita umana, la terza in pochi giorni, tra le fila della Polizia Penitenziaria, si aggiunge la rabbia per i ritardi accumulati nella gestione del rischio contagio COVID-19 e nella somministrazione del vaccino agli agenti, che sin dall’inizio abbiamo chiesto di considerare al pari del personale sanitario che opera nelle RSA“. È quanto commenta il presidente del sindacato Uspp Giuseppe Moretti.

Oltre a non aver sottoscritto il protocollo nazionale di prevenzione dal rischio contagio proposto dall’amministrazione penitenziaria alle organizzazioni sindacali – prosegue Morettidopo aver chiesto D.P.I. idonei arrivati in ritardo e mai completamente adatti a proteggere effettivamente dal rischio contagio, abbiamo invano chiesto di modificare il piano vaccinazione nazionale sollecitando l’inserimento della polizia penitenziaria tra gli operatori sanitari per il potenziale rischio dovuto alla elevata promiscuità nei contatti con i detenuti chiedendo anche di sospendere i colloqui visivi laddove non fosse stato possibile garantirli in sicurezza sanitaria. Ma la risposta non è mai arrivata e di fatto ad oggi ancora stenta a partire il piano di vaccinazione, peraltro con il vaccino Astra Zeneca che a quanto pare determina anche effetti indesiderati tra i quali l’inabilità al servizio per alcuni giorni e a quanto pare anche la possibilità di trasmettere il virus“.

Moretti lancia quindi un appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi e alla neo Ministra Marta Cartabia, “affinchè ci ascoltino e facciano il possibile per mettere in sicurezza innanzitutto sanitaria il delicato lavoro svolto dalla polizia penitenziaria, che soffre da anni di problematiche irrisolte dalla miopia governativa disattenta e distante da un micro mondo che invece non può essere considerato avulso dalla restante società“. “Lo facciano – conclude – per gli agenti morti in questi giorni che si, che si aggiungono a quelli nelle carceri del nord con un cambio di strategia per scongiurare altre perdite umane e l’implosione del sistema carceri anche a causa della pandemia“.

Angelo De Pari lascia moglie e due figli, a cui va tutta la nostra vicinanza ed esprimiamo le nostre condoglianze. Abbiamo immediatamente sollecitato i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per effettuare tamponi a tappeto, al fine di consentire in tal modo uno screening su tutti“. Lo afferma in una nota Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP..
I tamponi – spiega – vanno effettuati per cercare di capire se trattasi delle varianti del virus, il sospetto è alto poiché è un dato abnorme quello di tre morti nel giro di dieci  giorni nello stesso carcere, ed occorre saperlo al più presto nel tentativo di arginare una catastrofe ancora peggiore di quella già verificatasi. Ad allarmaci ci sono tre diversi ordini di motivi: l’ambiente carcerario è un ambiente chiuso, per questo la probabilità di diffusione del virus è maggiore; siamo nel pieno della terza ondata nella cui le varianti sono molto più pericolose del virus allo stato precedente; infine è ormai certo che le norme di prevenzione da sole non sono efficienti e che non bastano, pertanto è necessario che tutti siano vaccinati immediatamente e senza ulteriori ritardi“. “Se sono le varianti ad essere entrate nel carcere – prosegue – e se abbiano contagiato queste ultime anche la popolazione detenuta, c’è l’alto rischio di una ecatacombe. E’ imprescindibile, inoltre, l’immediata diffusione di dispositivi di protezione individuale idonei già richiesti ai vertici. L’età media del personale nel carcere di Carinola è alta, bisogna fare moltissima attenzione, ma soprattutto intervenire prestissimo” conclude Di Giacomo
 
Ancora un lutto nella Polizia Penitenziaria. Ancora una volta presso il carcere di Carinola, al centro delle cronache di questi giorni per un focolaio di contagi da COVID-19. È la terza vittima in pochi giorni, tutti in servizio a Carinola”. Lo afferma il segretario regionale de Si.N.A.P.Pe, dott. Pasquale Gallo, che aggiunge: “solo pochi giorni fa avevamo denunciato lo stato di abbandono dei poliziotti penitenziari, costretti a lavorare in condizioni sempre più precarie, mettendo a rischio la propria salute e quella dei familiari. Purtroppo il nostro grido d’allarme è rimasto inascoltato ed oggi dobbiamo piangere l’ennesima vittima di una gestione fallimentare dell’emergenza a tutti i livelli. In Campania sono già cinque le vittime di questo subdolo virus tra le fila della Polizia Penitenziaria: uno a Santa Maria Capua Vetere, uno a Poggioreale, tre a Carinola, ai quali si aggiunge il dirigente sanitario del carcere di Secondigliano. Questi numeri devono farci riflettere sulla sicurezza dei luoghi di lavoro negli istituti penitenziari. Chiediamo misure di prevenzione più stringenti e soprattutto attività ispettive da parte dagli organi deputati al controllo tese a verificare l’effettiva applicazione delle norme di prevenzione. Urge un piano vaccinale immediato che permetta ai poliziotti penitenziari di espletare un servizio essenziale senza rischiare la vita. In questi giorni attueremo forme di protesta affinché non si consumi un tradimento nei confronti dei servitori dello Stato che sacrificano la propria vita per garantire la sicurezza del paese“.
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