Una stretta di mano e un impegno: verificare la possibilità di firmare un protocollo d’intesa tra la Reggia di Caserta e i comuni attraversati dall’Acquedotto Carolino per promuovere e mantenere il capolavoro d’ingegneria idraulica realizzato dal Vanvitelli.
E’ avvenuto ieri a Durazzano nel corso di un incontro promosso dalla presidentessa del Centro Unesco Caserta Jolanda Capriglione. Presenti il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, le Pro loco e i sindaci di Durazzano, Valle di Maddaloni e Airola, nonché rappresentati di Moiano e Sant’Agata dei Goti, tutti comuni attraversati dall’Acquedotto Carolino che rifornisce le fontane e le vasche della Reggia.
“Ci siamo accordati per promuovere insieme questo capolavoro di ingegneria idraulica – ha fatto sapere il direttore Felicori su facebook – impegnarci insieme per la sua manutenzione e pulizia, immaginare insieme progetti di qualificazione, come fu per l’illuminazione dei Ponti di Valle. Assieme all’acquedotto cercheremo di fare conoscere tutti i beni culturali, paesaggistici, gli eventi e le tipicità alimentari di quelle terre, #neidintornidellareggia, così belle, pulite e ospitali”.
L’acquedotto, denominato Carolino in onore del re, grandiosa opera di ingegneria idraulica, costituisce sicuramente una delle più importanti opere pubbliche realizzate dai Borbone.
Originato dall’ esigenza di approvvigionare la grande città che sarebbe sorta intorno alla reggia e al fine di potenziare l’alimentazione idrica della città di Napoli, esso doveva servire anche al rifornimento idrico delle reali delizie ed all’alimentazione delle fontane e dei giochi d’acqua in esse presenti.
A partire dal 1752, nel “ tenimento” di Airola (BN), alle falde del Taburno, a 254 metri sul livello del mare, furono individuate numerose sorgenti, tutte appartenenti al principe della Riccia, che ne fece dono al re. Acquisito il benestare del sovrano si passò alla fase operativa dividendo il lavoro in tre tronchi: dal Fizzo al monte Ciesco; da quest’ultimo al monte Garzano ; dal Garzano alla Reggia.
Il condotto, largo metri 1.20 , alto 1.30 e lungo 38 chilometri, è quasi interamente interrato , tranne le parti che passano sui ponti, ed è segnalato da 67 torrini, caratteristiche costruzioni a pianta quadrata e copertura piramidale, destinate a sfiatatoi e ad accessi per l’ispezione. I lavori iniziarono nel 1753, nei primi due tronchi, più tardi nel terzo e furono completati nel 1770 con una spesa complessiva di 622.424 ducati (A. Sancio 1826).