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Oltre 500 “furbetti del bonus spesa COVID-19” sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza nel Casertano. Di questi 80 sono pregiudicati anche per reati gravi. Dei 542 scoperti in totale, 333 sono stati verbalizzati ai sensi dell’art. 316 ter codice penale (indebita8 percezione di erogazioni a danno dello Stato), che prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa da 5.164 euro a euro 25.822, mentre altri 131 richiedenti sono stati denunciati per falso in atto pubblico; sono state inoltre inviate 416 segnalazioni agli enti locali erogatori per la successiva revoca del beneficio.
“La Guardia di Finanza – afferma il colonnello Andrea Mercatili, comandante provinciale delle Fiamme Gialle di Caserta – ha prestato grande attenzione a che le risorse finissero a chi ne aveva bisogno sul serio, evitando che fossero appannaggio di pregiudicati, come già successo per il reddito di cittadinanza. Continueremo a vigilare“.
Veloci accertamenti eseguiti dai finanzieri, che hanno passato al setaccio circa 10.000 domande relative a 20 tra i Comuni più popolosi della provincia, accertando l’alto numero di persone che, dichiarando il falso, hanno ottenuto illegittimamente il contributo straordinario destinato alle sole famiglie in evidente stato di bisogno e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza sanitaria, con priorità per quei nuclei familiari che non risultassero percepire alcun altro sostegno pubblico. Già dopo la pubblicazione dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile con cui venivano assegnati ai comuni italiani i fondi per aiutare le famiglie più bisognose ad acquistare generi alimentari e prodotti di prima necessità, i Reparti territoriali della Guardia di Finanza hanno avviato delle mirate interlocuzioni con le principali amministrazioni comunali per capire quali fossero stati i requisiti scelti per la formazione delle graduatorie necessarie per l’assegnazione di tali risorse e se, sulla base di tali criteri selettivi, potessero essere svolti dei controlli speditivi sulla correttezza delle domande presentate al fine di evitare che tali stanziamenti finissero nelle mani di soggetti non aventi in realtà titolo per ottenere questi aiuti di carattere eccezionale.
Oltre ad analizzare le domande presentate, i finanzieri hanno ricevuto segnalazioni dagli stessi enti locali, che hanno inviato agli investigatori il bando di assegnazione e l’elenco dei beneficiari; in altri casi è stata selezionata solo una parte degli assegnatari sulla base di alcuni indici di maggior rischio di irregolarità (ad esempio le autocertificazioni attestanti il mancato possesso di alcuna forma di sostentamento reddituale del nucleo familiare). L’attenzione delle Fiamme Gialle si è poi concentrata sulla verifica dell’effettiva mancata percezione di altre forme di sostegno pubblico, quali reddito di cittadinanza, indennità di disoccupazione, trattamenti pensionistici. Irregolarità sono state così accertate per 542 persone, per un importo complessivo illecitamente percepito che supera i 100.000 euro. In più di 400 casi le dichiarazioni false hanno effettivamente comportato l’assegnazione di un buono spesa in realtà non dovuto, mentre in un centinaio di casi i richiedenti hanno dichiarato il falso solo per avere titolo preferenziale nell’assegnazione, senza poter sapere che, anche dichiarando i dati reali, avrebbero ottenuto in ogni caso il contributo, atteso che alcuni comuni sono riusciti a soddisfare tutte le istanze ricevute o comunque hanno deciso di distribuire le risorse “a pioggia” non prevedendo requisiti reddituali particolarmente selettivi.
I controlli stanno continuando tutt’ora con riguardo ad alcuni Comuni che hanno consegnato con ritardo la relativa documentazione e, in alcuni casi specifici, le verifiche delle Fiamme Gialle casertane si sono estese anche alla correttezza delle graduatorie stilate dai funzionari responsabili dei relativi procedimenti amministrativi.