Allarme inquinamento a Calvi Risorta. Dopo i controlli della forestale i militari ipotizzano che le vernici ed i fanghi tossici rinvenuti siano permeati nel terreno, e quindi nella falda acquifera. Per far luce sulla vicenda è stata sequestrare l’area vicino alla “Ginori”, discarica più grande d’Europa. Da due anni si indaga sui traffici dei rifiuti avvenuti in trent’anni di silenzi. Tutti sapevano che nella ex discarica del casertano ogni giorno transitavano decine di automezzi carichi di rifiuti industriali. Ma nessuno denunciava lo sversamento illecito di fanghi industriali, vernici e solventi. Un lavoro fatto con cura come spiega un agente del corpo forestale dello Stato. Prima uno strato di rifiuti, poi il cemento per coprirlo, di nuovo spazzatura, ulteriore cemento e per finire terreno così da nascondere i veleni. E questo traffico per la procura casertana sarebbe andato per tanti anni, ma che non giustificherebbe il lassismo da parte delle autorità che all’epoca non intervennero. Eppure le notizie trapelavano su quei 35 ettari di terra dove ci sarebbero seppelliti oltre 2 milioni e mezzo di metri di cubi di spazzatura. I primi a parlarne furono gli ex dipendenti della Pozzi Ginori, ma anche semplici cittadini, oggi definiti come attivisti, fecero sentire la loro voce. Ma nessuno, dalla autorità giudiziaria ai politici, sollevarono un dito per bloccare il fenomeno anticipando di anni quello che oggi le procure di Napoli e Caserta stanno svelando.
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