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Caccia, linee guida della Procura: “Bracconaggio danneggia animali e ambiente”

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Caserta – In pieno periodo di caccia, e con i bracconieri operativi con sistemi sempre più sofisticati, come le postazioni fisse e i laghetti artificiali, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) detta le linee guida che devono seguire le forze dell’ordine nei servizi antibracconaggio, ricordando che tale attività illecita provoca danni non solo alle specie animali, ma anche all’ambiente e al territorio, con abusi edilizi verso cui Comuni sono chiamati a intervenire. L’ufficio inquirente diretto da Maria Antonietta Troncone, sulla base delle più recenti operazioni anti-bracconaggio, spiega che tale illecita attività “viene svolta prevalentemente tramite l’utilizzo di postazioni in cui si sistemano i bracconieri, vale a dire strutture in cemento armato o non, parzialmente interrate, tipo bunker, che in gergo vengono anche chiamate ‘botti’ e che custodiscono il materiale necessario, come  i fucili, le munizioni, i richiami elettromagnetici acustici; la postazione viene utilizzata per la sosta e gli appostamenti nella zona di caccia. Dette strutture sono, per lo più, di forma rettangolare e di varie estensioni, in quanto talune di esse prevedono anche lo spazio per la sosta e il pernottamento dei bracconieri, con conseguenti violazioni alle norme urbanistiche”. Oltre ai bunker, i bracconieri attirano soprattutto gli uccelli migratori acquatici mediante l’uso di richiami vietati e attraverso specchi d’acqua artificiali del tutto simili a quelli naturali in cui ogni anno i volatili sono soliti fermarsi, ovvero ai laghetti naturali dell’Oasi dei Variconi a Castel Volturno. La Procura dunque invita le forze dell’ordine a sequestrare le postazioni, i laghetti, le armi e i richiami, e a verificare l’eventuale violazione urbanistica che deriva dalla realizzazione del bunker, l’eventuale uso per le vasche dell’acqua pubblica, con il conseguente profilarsi del reato di furto, la sussistenza di danni all’ambiente dovuti alla presenza dei residui di piombo conseguente all’uso delle armi. Le forze di polizia dovranno poi avvisare il Comune delle eventuali violazioni urbanistiche, e l’ente dovrà ordinare al proprietario il ripristino dei luoghi o provvedere di propria iniziativa rifacendosi poi sul proprietario.

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