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Caserta: il Buonarroti accetta l’ospitalità delle altre 3 scuole, ma la protesta continua

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Un segnale di fiducia e non di resa, tengono a precisare i 700 studenti dell’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta che oggi, ossia undici giorni dopo l’avvio ufficiale dell’anno scolastico, sono ritornati tra i banchi. Una scelta obbligata che, tra disagevoli turni pomeridiani, trasporti pubblici poco efficienti, orari ridotti e mancanza di laboratori, rappresenta l’unica percorribile dopo settimane di proteste, manifestazioni di piazza e  simboliche lezioni all’aperto.

Significa, per i ragazzi del Buonarroti, innanzitutto ringraziare i tre Istituti scolastici casertani che almeno si sono resi disponibili ad accoglierli, ossia il Diaz, l’Itis Giordani e la succursale del Liceo Artistico alla Saint Gobain. E significa soprattutto lasciare che i fatti dimostrino quanto improponibile sia stata la soluzione individuata, peraltro con colpevole ritardo, dall’Ufficio Scolastico Regionale, dalla Prefettura e dalla Provincia di Caserta, Ente cui compete la manutenzione delle scuole superiori casertane come il Buonarroti ma il cui dissesto finanziario impedisce di effettuare gli interventi necessari.

I lavori di consolidamento strutturale all’Istituto Tecnico, infatti, erano iniziati nel gennaio scorso per poi interrompersi perché sprovvisti della necessaria autorizzazione del Genio Civile, e ad oggi ancora fermi mentre l’Istituto è stato posto sotto sequestro da parte della magistratura a maggio scorso. Un’incertezza che getta ombre sul termine di conclusione delle opere, previsto dalle istituzioni per la fine di gennaio 2018 e che rimarca la condizione assurda e surreale che  i ragazzi del Buonarroti si sono visti costretti ad accettare come unica soluzione possibile da parte delle Istituzioni preposte alla garanzia del diritto allo studio.

Una protesta silente che ottiene il pieno appoggio da parte della Rete Genitori di tutte le Scuole Superiori Casertane che, con una nota, esprimono ai ragazzi e ai loro genitori pieno sostegno e solidarietà per un diritto negato. “Senza nessuna polemica e-o strumentalità – si legge nella nota – ci chiediamo come sia possibile che al 25 settembre l’istituto sia ancora chiuso, sequestrato, il cantiere sia sospeso, e nessuna data certa si può fornire di inizio e fine lavori, con  naturale riapertura della scuola .

Certo che da quel 9 maggio tanta acqua è passata sotto i ponti, ma probabilmente non abbastanza da risvegliare le coscienze e far riaprire la scuola. Dover vedere dei ragazzi, in balia degli eventi è davvero brutto. Fargli  frequentare la scuola in condizioni disagiate , e con difficoltà e complessità varie, dal trasporto alle lezioni pomeridiane, l’assenza di laboratori e orari ridotti, non dovrebbe accadere  mai. Tutto questo è negare il diritto basilare allo studio dei ragazzi casertani. 

Non è la normalità perché gli adolescenti dovrebbero vivere  in modo spensierato, andando a scuola di mattina, studiando il pomeriggio, e vivendo  la loro età in modo spontaneo e naturale, facendo sport o altre attività, uscendo con gli amici, oppure semplicemente stando in famiglia. E questo ai ragazzi del Buonarroti è negato per colpe non loro, facendo pagare lo scotto insieme alle famiglie, di responsabilità oggettive che loro non dovrebbero subire.

Ci preme  davvero sottolineare ancor più che il livello di acquisizione di cultura e competenze è nettamente al ribasso. Riducendo le ore di scuola, annullando la necessaria parte pratica di laboratorio, cosa stiamo dando a questi ragazzi? Una offerta formativa minima che non serve assolutamente al loro futuro, da costruire in primis attraverso l’istruzione e lo studio, con livelli qualitativi quanto più elevati possibili. Alla luce di ciò  noi continueremo sempre tenacemente la battaglia per il diritto allo studio dei nostri ragazzi, e per una scuola sicura,  efficiente, di qualità, perché in questa terra non ci sia mai nessun figlio di un Dio minore”.

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